SEGRETI CHE UCCIDONO” DI RICCARDO LANDINI. RECENSIONE LIBRI

segreti che uccidono

 

Oggi recensisco Riccardo Landini, scrittore emiliano con alle spalle studi classici, con una grande passione per la musica, per il cinema ( in particolare italiano degli anni settanta e Pupi Avati.), grande estimatore fin da bambino dei racconti di Edgar Allan Poe.

Per parecchi anni ha esercitato la professione di avvocato, poi una svolta radicale nella sua vita: intraprendere la carriera di scrittore di libri gialli, esordendo con il giallo “E verrà la morte seconda” (2009- SBC Edizioni),  cui è seguita una copiosa produzione.

 Tra il  2016 e il 2020 è uscita la saga dell’inganno di cui fanno parte: “Il primo inganno”, “Non si ingannano i morti”,” Ingannando si impara” e infine” Senza trucco senza inganno”, editi da CentoAutori..

Segreti che uccidono” ( marzo 2021) è il terzo libro di Landini, edito dalla casa editrice Newton Compton in cui compare il personaggio di Astore Rossi, preceduto da “Il giallo di via San Giorgio” ( 2020), seguito dal “Giallo della villa abbandonata”.

Astore Rossi è un piccolo restauratore di mobili, attività che ha ereditato dal padre.

Uomo schivo, dal passato difficile con una profonda disistima verso le forze dell’ordine, anni addietro  fu ingiustamente incarcerato per spaccio di droga. Riacquistata la libertà, incomincia una nuova vita ritirata e semplice.

La vicenda inizia nella città dove abita Astore. È lì che si presenta  il suo amico Sergio Candurra, uomo dalla condotta discutibile, che gli lascia alcuni arredi da rimodernare. Nascosti in un cassetto trova degli oggetti di dubbia provenienza, in seguito agli avvenimenti si trasferisce a Garbano un paesino sull’Appennino bolognese. Da qui verrà coinvolto in una serie di accadimenti dalle conseguenze inaspettate.

Landini ci regala romanzi a sfondo noir, ricchi di tensione e di mistero, nei quali i personaggi e la loro storia personale catturano il lettore con la loro umanità e profondità. A suggellare le sue qualità narrative ci sono stati premi letterari tra i quali il Giallo Stresa vinto  nel 2013.

Il ritmo della scrittura avvince chi legge per il suo stile raffinato, trascinando il lettore all’interno della trama. 

Già dopo qualche pagina si entra in empatia con Astore Rossi, vecchio amico sofferente e caparbio sempre in lotta col mondo, e con i personaggi di contorno, che invitano a schierarsi dalla parte dell’uno o dell’altro, nella scoperta di quanto la loro vita possa essere intrecciata con la nostra. -non c’è niente di meglio in un romanzo che scoprire che esso diventa parte di noi e che noi interagiamo con lui-

Sherlock Magazine a riguardo ha scritto: ” Le sue storie noir sono ben costruite ed è abile nel tessere trame che coinvolgono il lettore fino all’ultima pagina.”

Personalmente lo ritengo uno dei gialli più belli letti negli ultimi tempi.

Elisabetta Bonaudi

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