RECENSIONE DEL LIBRO DI MASSIMO POLIDORO “LA SCIENZA DELL’INCREDIBILE -COME SI FORMANO CREDENZE E CONVINZIONI E PERCHE’ LE PEGGIORI NON MUOIONO MAI”

di Nicola Ruffo.

In quest’epoca di post-verità sembriamo aver perso la bussola che, fino a poco tempo fa, ci aiutava a trovare l’orientamento per distinguere il vero dal falso

 

Io credo, tu credi, noi crediamo. Ma anche no. Potrebbe essere l’incipit per La scienza dell’incredibile.

Chi segue i lavori di Massimo Polidoro sa che il noto “detective del mistero”, nonché segretario nazionale del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, fondato da Piero Angela alla fine degli anni Ottanta), è scrupoloso nelle sue analisi. Qualsiasi affermazione è da lui ponderata, messa alla prova con i dati certi e verificabili, mai affrettata. Il criterio metodologico che lui adotta è quello rigoroso della scienza. L’invito che si coglie dalle sue righe è così sintetizzabile: ammettere che una credenza nella quale avevamo riposto fiducia risulta infondata, ci deve rendere umili. Il messaggio di Polidoro è chiaro: una teoria non è vera (o falsa) perché a noi piacerebbe che fosse così, ma perché i dati emersi dalle verifiche portano a quelle conclusioni, indipendentemente dai nostri desideri.

Il tema della sua ultima fatica è di estrema attualità: perché finiamo per accettare idee spesso astruse ma per le quali siamo disposti a batterci? A volte anche a costo della vita.

Per rispondere, l’autore parte da una domanda basilare: perché crediamo? Da dove nasce l’esigenza di ritenere vera una certa narrazione nonostante possano mancare evidenze in merito? Quali sono le basi biologiche, psicologiche, sociali di un simile comportamento?

Interessante la considerazione in merito: noi siamo animali sociali, come tali necessitiamo di un collante che ci faccia sentire appartenenti a una comunità. I gruppi umani, dalle tribù alle società avanzate, si formano attorno a credenze condivise che permettono lo spirito di coesione. Questo però – dichiara Polidoro – ha una conseguenza: se da una parte favorisce l’unione, dall’altra determina un confine tra un “noi” e gli “altri”.

Fra gli esempi che emergono dal libro ci sono gli scontri tra pro vax e no vax. Ma troviamo anche riferimenti ad altri attriti ideologici dove le posizioni differenti si sono polarizzate in un antagonismo radicale: chi si affida alla medicina ufficiale e chi segue cure “alternative”; chi confida nel soprannaturale e chi no; chi entra in una setta religiosa e chi si dispera per il familiare traviato.

Polidoro però mette in guardia dal giudicare “l’altro” partendo dal nostro punto di vista. Come ben spiega, è necessario prima di tutto capire le sue ragioni: ciò significa imparare ad ascoltare, prima che sentenziare.

Altro tema è il perché certe credenze non muoiono mai, sebbene nel corso del tempo si siano accumulate le conferme che le smentiscono. Come si motiva tale “testardaggine”? Questo porta l’autore a sviscerare una riflessione cruciale: il bisogno di credere è innato? O è il risultato di un processo evolutivo?

Ulteriore punto critico affrontato dallo scrittore è il rapporto con chi sostiene “verità” per noi assurde. Come ci si relaziona? L’esempio che tutti abbiamo toccato con mano è il confronto tra un sostenitore dei vaccini e un no vax o un negazionista del covid.

Polidoro è chiaro in merito: cercare di persuadere l’altro con dati e spiegazioni non serve. Paradossalmente rafforza l’interlocutore nella sua convinzione. Lo scontro è sempre da evitare.

Interessanti le linee guida che ci offre su come gestirsi nel dilagare delle false notizie. Come orientarsi nel mare magnum sempre ribollente delle fake news, dove trovano sostegno le credenze più stravaganti fra teorie del complotto e bufale di ogni tipo?

Trovo che il libro, impreziosito dalla prefazione di Telmo Pievani, costituisca un lavoro indispensabile per comprendere l’argomento nelle sue varie sfaccettature.

La lezione più umana, a mio giudizio, che Polidoro ci dà, riguardo a chi crede in “cose insensate”, è che nessuno ne è immune: “questo scivolamento […] nell’irrazionale non è qualcosa che si può controllare e nessuno ne è esente, nemmeno le persone più razionali e scettiche”.

Un testo dove alla competenza si unisce l’onestà intellettuale.

 

LA SCIENZA DELL’INCREDIBILE

Massimo Polidoro

Feltrinelli, 2023