MELUSINA- CORPO SEGRETO. RECENSIONE

Melusina- corpo segreto in scena al Teatro Spazio Bixio di Vicenza sabato 15 e domenica 16 ottobre, per la regia e la drammaturgia di Valentina Brusaferro, le luci di Beatina Robru, sound designer Tommaso Dugato, produzione CAI ( Consorzio Autori Indipendenti)

“Melusina è la protagonista di molte leggende medievali, che raccontano l’unione tra creature sovrannaturali e umane. Unione che, come in altri racconti simili, sembra salvifica ed eterna finché non sopraggiunge un tradimento ad infrangerne la promessa.”( citazione dalla locandina)

Un debutto interessante e poliedrico, quello dello spettacolo Melusina, che pur nella compiutezza di regia, si avverte abbia ancora bisogno di rodaggio tecnico ( nei cambi scena e luci) e, dal nostro punto di vista anche qualche maggior approfondimento espressivo nel personaggio principale di Medusina, interpretato da Beatrice Niero.

Figura ibrida, selvatica e indomita, Melusina abita nelle foreste dove traspare dalle profondità delle fonti d’acqua. La sua natura mutante sprigiona una forza incantatrice capace di innamorare chi la incontra. Portatrice di bellezza e al contempo di distruzione, la sua essenza rimanda all’emblema della donna-sirena legata all’acqua, nella quale si immerge e dalla quale emerge, secondo una ritualità che celebra l’origine del suo fascino e del suo mistero. Lo spettacolo racconta la sua storia, il segreto del corpo, la profanazione di questo segreto, la trasformazione che accompagna la ciclicità della vita.” (citazione dalla locandina)

Abbiamo trovato particolarmente interessante il testo, a tratti originale e pregnante, intensamente comunicativo ed empatico, ottima l’interazione con i burattini in scena, poetici nella propria essenzialità e perfezione di esecuzione, curata la ricerca estetica particolarmente nei giochi di luce e ombra, accattivanti alcune soluzioni d’immagine: tutti elementi che danno forza d’impatto allo spettacolo, illuminandolo di autenticità e facendolo spiccare nel panorama teatrale di genere.

La stessa forza però non ci è parsa appartenere al personaggio di Melusina che, nella sua esaltazione aulica, trasfigurata e sognante, a volte scontata ( la scena delle nozze) ,rischia di rimanere imprigionata in un mondo onirico, statico e per l’appunto leggendario, nonostante lo sforzo di comunicare la fisicità del corpo. Così ammorbidito, a nostro avviso, il personaggio drammatico di Melusina- la donna sirena, rischia di rimanere imprigionato tra le pagine di un libro, descritto in superficie, senza riuscire davvero a scalfire l’animo degli spettatori, che forse, vista anche la datazione medievale della leggenda e i suoi contenuti “noir” ,si aspetterebbero maggiori elementi “ gotici” e scene meno rassicuranti di quelle proposte, con elementi di rottura capaci di dare movimento e spessore al personaggio già di per sé duplice e sfaccettato.

Pensiamo che un approfondimento in questo senso possa alzare di molto il livello dello spettacolo, ora già buono e fruibile, ma senza particolari novità drammaturgiche ( tranne quelle già citate nel mirabile utilizzo dei diversi linguaggi scenici).

Visto il 16 ottobre

Emanuela Dal Pozzo