“ LA VITA DAVANTI A SE’” DI ROMAN GARY. RECENSIONE LIBRI.

di Ale Fortebraccio

Il romanzo “ La vita davanti a sè” (Neri Pozza editore, 2009) di Roman Gary è ambientato a a Belleville, Parigi, il quartiere periferico presente anche nei libri della serie di Monsieur Malaussene di Daniel Pennac.

Chi racconta è Momo, un ragazzino che vive, assieme ad altri bimbi, con una vecchia ex puttana, Madame Rosa e che racconta la propria vita con ingenuità e semplicità, ma anche con il fondo di antica saggezza propria di chi nella vita ha conosciuto difficoltà e problemi.

Narra di un quartiere abitato da tante etnie e culture, in cui si mescola una umanità diseredata e marginale, ma solidale, fatta da ebrei e arabi, bianchi e neri, bimbi e vecchi.

Narra di una infanzia incerta, inconsapevole della sua storia, della sua famiglia, delle sue radici, la cui unica certezza è l’affetto tra Momo e Madame Rosa e la vicinanza di persone amiche.

Parla di emarginazione, di eutanasia, di paura della persecuzione, di solitudine, del sapersi arrangiare in un mondo problematico visto con gli occhi di un bambino, con un linguaggio per certi versi infantile, ma già consapevole.

Scritto con maestria, è un libro che tocca le corde del cuore.

Assolutamente da leggere.

Da questo romanzo è stato tratto il soggetto per due film che mantengono lo stesso titolo del libro. Il primo è un film del 1977, il cui regista è l’israeliano Moshé Mizrahi, che nell’anno successivo ha vinto l’Oscar per il miglior film in lingua straniera, mentre Simone Signoret, che interpretò la parte di madame Rosa, vinse il premio Cesar come migliore attrice nello stesso anno.

Nel 2020 è stato realizzato il secondo film che ha visto protagonista Sofia Loren nella parte che fu di Simone Signoret, con la regia del figlio, Edoardo Ponti. Questo secondo film, nonostante l’ottima interpretazione della Loren, non ha avuto buone critiche e per colpa del Covid é stato distribuito con la piattaforma Netflix.

La vita davanti a sé,” il cui titolo originale è “La vie devant soi”, è stato scritto da Romain Gary sotto lo pseudonimo di Émile Ajar. Pubblicato il 14 settembre 1975 da Mercure de France, ha ottenuto il premio Goncourt nello stesso anno.

Romain Gary, il cui vero nome è Roman Kacew, era nato a Vilnius in Lituania nel 1914, da una famiglia ebrea che emigrò in Francia quando Roman aveva 13 anni. Visse poi negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove sposò l’attrice Jean Seberg. Dopo poco più di un anno dalla morte per suicidio della moglie, anche Romain Gary si suicidò nel 1980. Scrittore di grande talento, ha pubblicato vari libri sotto diversi pseudonimi, alcuni dei quali sono stati resi noti solo dopo la sua morte.

Per chi volesse approfondire la vita di Romain Gary, è presente nel libro di Jan Brokken “Anime baltiche”, pubblicato da Ipearborea-