“IL MATRIMONIO SEGRETO” DI CIMAROSA NELL’ECLETTICA REGIA DI MORGAN AL FILARMONICO DI VERONA. RECENSIONE.

IlMatrimonioSegreto_241019_FotoEnnevi_0033Non sappiamo se Marco Castoldi, in arte Morgan, regista del melodramma giocoso in due atti “ Il Matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa, libretto di Giovanni Bertati, in scena al Teatro Filarmonico di Verona, abbia fatto un’operazione intelligente, come asserisce doversi fare nel modernizzare un’opera, nell’intervista rilasciata ad Angela Bosetto.

Di certo la sua è stata un’operazione coraggiosa, forse temeraria, considerando che il regista afferma, sempre nella stessa intervista, di essere attratto non solo dalla leggerezza del dramma giocoso, ma anche dagli elementi di satira sociale che lo attraversano, contenuti che non abbiamo trovato in questa messa in scena decontestualizzata ed eterogenea nei linguaggi, ambientazioni e stili, che il regista si è divertito a percorrere, con il filtro della connessione agli equivoci che si creano tra i personaggi.

Elementi punk, dark e barocchi s’intrecciano nella scelta delle scene di Patrizia Bocconi e dei costumi di Giuseppe Magistro, con qualche richiamo all’essenzialità di uno stile liberty- minimalista; i manichini introdotti in scena ci ricordano Friedrich Durrenmatt e la sua ricerca di un rapporto paritario tra attore e marionetta, poi riproposto dal rapporto scena/attori e sfondo di cubi neri in cui agiscono anonimi ballerini/figuranti, il tutto condito da abbondanza di simbologie sessuali :dall’uso di Fidalma del frustino, allo sfregio alla donna/manichino, alle provocazioni sessuali esplicite.IlMatrimonioSegreto_241019_FotoEnnevi_0298

Scelta consapevole, giustificata dalla dichiarazione del regista di non avere tenuto conto della Commedia The Clandestine Marriage di George Colman senior e David Garrick, da cui l’opera è tratta, e che, aldilà della godibilità dell’opera, ci ha lasciato perplessi, in questa prima regia operistica di Morgan, ripresa dell’allestimento del 2012 al teatro Coccia di Novara.

Una messa in scena che può entusiasmare, per le originali ed eclettiche soluzioni adottate, o che può spiazzare, per il tradimento e la mancanza di qualsiasi riferimento filologico originale, riprononendo la fatidica domanda, aldilà dei “tradizionalisti”, che vorrebbero mantenuta l’opera così come all’epoca era stata immaginata e scritta e gli “innovatori”, che plaudono alle interpretazioni originali del singolo regista, se sia giusto utilizzare materiale altrui per dire ciò che si ha voglia di dire.

Di certo sul piano spettacolare non ci si annoia.

Il nero dominante risalta le poche note di colore presenti, dalle eccentriche parrucche alle poltrone barocche, alla cucina rosso fiammante dal moderno design che improvvisamente appare, ma alcune scene ci sono sembrate forzate e didascaliche,( l’interazione con i manichini) altre volte non necessarie,( alcune azioni dei figuranti sullo sfondo) se non come ornamento/arricchimento a controbilanciare una eccessiva essenzialità di scena.

IlMatrimonioSegreto_241019_FotoEnnevi_0395Un’essenzialità che sul piano funzionale ha avuto dei vantaggi: cambi scena a vista veloci ed eleganti dall’alto e un probabile risparmio economico.

C’è da aggiungere in positivo che vi è dell’eleganza in questo allestimento, nonostante il gusto provocatorio e l’eterogeneità degli ingredienti.

Vivace la caratterizzazione dei personaggi dei giovani interpreti: la spumeggiante Veronica Granatiero (Carolina), il convincente ed esperto Salvatore Selvaggio (Il signor Geronimo), il generoso Matteo Mezzaro ( Paolino), l’interessante Alessandro Abis (Il conte Robinson), Monica Bacelli ( Fidalma), e la misurata ed elegante Rosanna Lo Greco (Elisetta), messi in luce da Paolo Mazzon. Tutti teatralmente convincenti nel ruolo, nonostante l’acerba esperienza data dalla giovane età, si sono prodigati con entusiasmo nel dare il meglio di sé, anche con il rischio talvolta di eccedere in protagonismo.

Un plauso anche al Direttore d’Orchestra Alessandro Bonato, che per tutto il tempo della durata IlMatrimonioSegreto_271019_EnneviFoto_009 (1)dell’Opera non ha mai tolto lo sguardo e quindi l’intesa dal palcoscenico, riuscendo a mantenere l’unità del tutto: scelta obbligata che forse ha penalizzato le scelte interpretative orchestrali dell’Orchestra di Verona.

Consensi e applausi da un pubblico numeroso e partecipe.

La serata è stata preceduta da un breve comunicato di Fondazione Arena di solidarietà verso i dipendenti del Teatro di Catania, a rischio di licenziamento e contro “un omicidio culturale di professionalità di alto profilo”.

Emanuela Dal Pozzo

Visto il 3 novembre 2019