AL MODUS DI VERONA CLAUDIA CONTIN IN “NE’ SERVA NE’ PADRONA”. RECENSIONE.

ArlecchinoClaudiaContin-FotoFaustoTagliabue03Chi nella serata del 9 novembre 2018 al Teatro Modus di Verona si aspettava un’esibizione spettacolare da parte di uno degli Arlecchini più noti in Italia, sicuramente la più nota in veste femminile, ha visto le proprie aspettatite tradite, perchè la nota Arlecchino Claudia Contin, in scena, dopo un caloroso ingresso con la sua abituale maschera, se ne è immediatamente liberata per vestire abiti femminili: tutti gli abiti possibili della Commedia dell’Arte.

Scelta celata nel titolo dello spettacolo “ Nè serva né padrona”, del filone “Teatro Donna” nella programmazione degli spettacoli del Teatro Modus e che la stessa Contin indirettamente chiarisce quando racconta la propria storia, la difficoltà di trovare una collocazione sociale rispondente alle proprie caratteristiche, l’amore per il personaggio di Arlecchino dal sapore eversivo.

La messa in scena è l’occasione per un excursus storico che, nel toccare i tre ruoli fondamentali femminili della “servetta”, dell’”innamorata” e della “cortigiana”, in un’interessante e approfondita analisi dei significati delle specifiche gestualità, ha offerto anche agli spettatori un saggio degli umori di quell’epoca in cui la donna, proprio grazie alla commedia dell’arte, faceva per la prima volta ingresso in teatro, turbando e destando preoccupazione tra i censori della Chiesa.

Ma è anche l’occasione per spiegare la propria personale difficoltà artistica del passaggio dal ruolo maschile di Arlecchino, terreno e concreto a lei da sempre congeniale, a quelli più eterei e “svenevoli” femminili, ricchi di sfumature e di vesti, in una dichiarata confessione che dice essere sincera. E non senza ironia chiama gli spettatori maschi più volte durante lo spettacolo ad aiutarla a vestirsi e a sostenerla.

Gioca molto con il pubblico Claudia Contin, interagendo con uomini e donne e passando abilmente dal palcoscenico alla platea, offre abbracci, prelibatezze culinarie e condivide con le signore presenti i belletti, senza mai perdere la graffiante e dolce vivacità dei propri personaggi.

Passa dalle citazioni di grandi artiste femminili legate al mondo della commedia dell’arte di cui racconta le gesta- come la sorella del più noto Giambattista Basile, autore de “Lo cunto de li conti” che in un’epoca in cui alle donne era proibito esibirsi, otteneva per meriti artistici il “baronato”- alla lettura di brani dell’epoca, interpretandoli in canto, per terminare con un tributo alla donna, un invito per gli uomini a portar loro rispetto, un invito di ballo per tutti sul palcoscenico a fine spettacolo.

Molto apprezzato dai purtroppo pochi spettatori presenti che speriamo le prossime date riempiano il Modus, questo grazioso ed accogliente teatro situato in città, nel quartiere di San Zeno, gestito con caparbietà e coraggio da Andrea Castelletti e capace di offrire anche nomi di un certo rilievo e proposte artisticamente allettanti, come quella di Marina Senesi con “Doppio taglio” il 23 novembre 2018 alle ore 21 alla Gran Guardia, ad ingresso libero, organizzato in collaborazione con il Comune di Verona.

Emanuela Dal Pozzo