IL GALA D’ORO A FIERACAVALLI VERONA

Con il titolo “Anniversary”, è ritornato il “Gala d’oro” (25, 26, 27 ottobre) a Fieracavalli Verona, una delle più importanti manifestazioni internazionali del settore, che celebra appunto quest’anno il suo centoventesimo anniversario.

Prodotto e organizzato da Veronafiere, in pluridecennale continuità con una tradizione che parte dagli anni ’80 (confermata dall’attuale presidente di Veronafiere Maurizio Danese e dal direttore generale Giovanni Mantovani) e da Proeventi, per la regia di Antonio Giarola (assistente Elena Grossule) che lo ha anche ideato, il Gala d’Oro celebra il mondo equestre e le sue eccellenze in un elegante format teatrale.

Con il filo conduttore delle voci di Cinzia Candela e di Nico Belloni (quest’ultimo anche autore dei testi) i vari numeri – di volteggio, dressage, lavori in libertà, caroselli — si sono susseguiti con ritmo vivace, protagonisti cavalieri, amazzoni e addestratori nazionali e internazionali di alto profilo con i loro stupendi animali.

Dopo un “Preludio” musicale a cura della Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato, importante presenza istituzionale (sottolineata anche dall’esecuzione dell’inno di Mameli in apertura di serata) e ospite d’onore del Gala d’Oro 2018, diretta dall’Ispettore Superiore Silverio Mariani in celebri brani del repertorio pop coreografati in modi moderni e minimalisti dal Corpo di Ballo del Tempio degli Elfi (ballerini solisti Elisa Cipriani e Luca Condello) e dopo la performance di carrozze d’epoca di varia tipologia e attacco, lo spettacolo è entrato nel vivo del virtuosismo e dell’acrobazia. Piacevole il quadro “selvaggio” dedicato a “Re Leone” dal Team Volteggio SIB (vincitore di Talenti & Cavalli 2017) che ha presentato i suoi giovanissimi acrobati in coloratissimi costumi zoomorfi impegnati in giochi con un paziente partner a quattro zampe e dallo scuro mantello.

Molto giovane pure, ma già ben rodato ed esperto, lo straordinario “desultor” (il più giovane d’Italia) Rorò Castellana, che sfreccia come il vento in piedi sulle groppe di più cavalli in “Roman riding”, tornando nel quadro “Voltige”, con la troupe di Clément Ferron by Aragonas di Bartolo Messina, insieme con un altro piccolo-grande fenomeno nazionale, Matteo Rufini.

Ben quattro i caroselli. “Terra di Murgia”, con cavalli italiani di razza murgese, presentati da Francesco Calisi e il suo team Nero Luminoso, in costumi tradizionali, sulle note di musiche pure tradizionali, accompagnato da Davide Ingusci con i cavalieri di Maria SS. della Bruna e dal corpo di ballo Nero Taranta. Ad essi si sono aggiunti alcuni esemplari di razze europee, accomunati nell’omaggio alle Murge e alla città di Matera, capitale europea della cultura 2019, e all’Europa. Ancora folklore di costumi e musiche nel carosello andaluso “Mujeres a la grupa”, con il team di David Chaves. Bello, anche come gioco cromatico dei mantelli degli esemplari protagonisti, quello “criollo”, presentato dal Circolo Ippico Il Salice, “Viva pampa”, che accosta sauro, bajo, appalosa, pinto, grigio, morello, isabella.

Entusiasmanti, in “Maremma”, i butteri — di entrambi i sessi — provetti “cow boy” di casa nostra.

Di grande spettacolarità, inoltre, il quadro “Fuoco magico”, curato da Cavallo & Company con la partecipazione di Diego Poi Gioacchini, dove i cavalli letteralmente “scherzano con il fuoco”, in serrato dialogo con figure di fuoco in perimetri di fuoco – un po’ da Inferno dantesco, un po’ da mondi fantastici alla Tolkien – rapportandosi con un giocoliere di fuoco e trasportando essi stessi zampilli di fuoco e cavalieri di fuoco. Non meno spettacolare la suite di figure in alta scuola con “arie alte”, impeccabilmente presentate da David Chaves e il suo straordinario team.

Ma, tra tanta abilità e virtuosismo, non potevano mancare anche note di delicata poesia. Come nel quadro inedito della Rudj Bellini Company, “Artequestre”, nel quale cavalli e cavalieri si integrano in un’ unica forma fino a farsi novelli centauri, e dove le cavalcature, dal pelo chiarissimo e con il “collo in piego”, vengono guidate senza redini con la sola pressione delle ginocchia di chi li cavalca. O come in quello conclusivo, “Libertà”, presentato da Vincent Liberator che, dei suoi sette candidi cavalli iberici integrati da un esemplare grigio, esalta con sapiente maestria i comportamenti di natura.

I protagonisti del Gala si sono infine congedati dal numeroso pubblico internazionale di Fieracavalli, calorosamente plaudente, sulle note ora conclusive della Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato, affiancata, quale presenza di benvenuto locale, dal “sire” del carnevale scaligero, il Papà del Gnoco, con alcuni membri della sua Corte.

Visto il 25 ottobre

Franca Barbuggiani