NARRATIVA D’OGGI. PATRICK MC GRANTH: “FOLLIA”- “L’ESTRANEA”

Difficile non conoscere Patrick Mc Granth, famoso per aver scritto e pubblicato anche in Italia numerose opere edite da Adelphi e Bompiani, in particolare grazie al romanzo “Follia” del 1996. E’ la vicenda della bellissima Stella, moglie di un ambizioso psichiatra e madre del piccolo Charlie. Il marito, da cui si sente trascurata, accetta di lavorare in un manicomio criminale, nei pressi di Londra, dove si trasferisce con la famiglia. E’ qui che la donna conosce Edgar, uno scultore uxoricida, e con lui intreccia una passionale storia d’amore e di sensualità folle e scatenata. A seguito dell’evasione i due si ritrovano a vivere insieme in un sottotetto, ma ben presto riaffiora il lato ossessivo dell’uomo, perseguitato dalla fobia del tradimento,che rende impossibile e tragica la loro unione. Stella, ritornata a casa dopo la fuga dall’amante, si trascina nello sconforto e nella solitudine di un’acuta depressione dalla quale le risulta impossibile riemergere. E’ il manicomio l’ambiente che accoglie gran parte della narrazione, fatta in prima persona dal direttore dell’ istituto stesso; Peter la presenta come uno dei casi clinici più singolari della sua carriera dal quale non ha saputo prendere le distanze affettive anch’egli affascinato dalla bellezza della donna E’ un racconto tormentoso, dai toni cupi ed inquieti con i quali l’autore dispiega la passione perversa ed instabile dei due amanti, una sorta di fissazione sessuale, che sfocia per entrambe nella follia. Nell’ultima opera dello stesso Mc Granth, “L’estranea”, Bompiani 2012, si passa dalla dimensione psicopatica di Stella alla “lucida follia” di Costance, giovane moglie di uno studioso di poesia romantica. Qui l’ambiente restrittivo non è l’ospedale psichiatrico, ma l’esistenza interiore che imprigiona la protagonista in un labirinto di rivelazioni sconvolgenti e desideri di vendetta. La sua è una vita seminata dal dolore per la morte prematura della madre, dalla fredda indifferenza affettiva del padre e dal sentimento di gelosia verso Iris, la brillante sorella minore. Ancora una volta lo scrittore si addentra nei cunicoli della nevrosi per realizzare una narrazione dettagliata e precisa di ciò che avviene nelle pieghe della coscienza umana, delimitare le ansie e le reazioni che scaturiscono dalla drammaticità del vivere. In questo ultimo testo, però, si intravede il tentativo da parte della giovane di recuperare il rapporto col marito, sebbene circondata da stupore e indifferenza. Entrambe i romanzi scaturiscono sicuramente dai ricordi di Mc Granth, quando viveva col padre psichiatra nel manicomio criminale di Broadmoor, in cui ha trascorso buona parte della sua infanzia. Abile narratore come sempre, travolge il lettore pagina dopo pagina e lo trasporta nelle dimensioni psichiche dei personaggi, guidandolo tra le immagini oniriche che una mente confusa partorisce senza tregua.

Daniela Marani