RECENSIONE LIBRO “ INCONTRO CON RAMA” DI ARTHUR C.CLARKE. L’INCONTRO CON L’ALTERITA’ IN UN CLASSICO DELLA FANTASCIENZA.

di Nicola Ruffo

Qualcuno crede di aver capito qualcosa?

(dal discorso del comandante Norton)

 

Nel 1973 Arthur C. Clarke dava alle stampe quello che sarebbe diventato un cult della narrativa fantascientifica: Rendezvous with Rama, pubblicato in Italia col titolo di Incontro con Rama.

L’opera ottenne immediati riconoscimenti autorevoli – alcuni a livello mondiale – tra cui il Premio Nebula (Nebula Award) e il prestigioso Premio Hugo.

In Italia esordì nel dicembre dello stesso anno, nel numero 634 della collana Urania (Mondadori), beneficiando poi di successive ristampe.

Nella celebrazione del cinquantennale, questo magistrale capolavoro resta attuale (a parte trascurabili dettagli), sia per la componente più strettamente scientifica, sia soprattutto per i temi affrontati.

Il romanzo è inquadrabile in quello specifico filone noto come “fantascienza hard”, lontano da esotismi fantastici alla Star Wars o improbabili tecnologie futuribili alla Star Trek. In esso, al contrario, viene privilegiata un’aderenza scrupolosissima al plausibile con particolare riguardo alla tecnologia reale (la parte hard, appunto).

Le accurate (ma non pesanti) descrizioni che Clarke fa del famoso manufatto alieno e delle modalità del suo funzionamento, possono essere benissimo considerate alla stregua di un trattato ingegneristico con soluzioni attuabili e praticabili.

Il punto cruciale che sottende la storia però è il disorientamento dei protagonisti nell’incontro con un’alterità che si sottrae ai tentativi di interpretazione. Ciò che l’autore di 2001 Odissea nello spazio mette in scena è il dramma dell’inconoscibilità; non solo del “diverso” in quanto tale, ma anche della stessa possibilità di decodificarlo.

Il vero face to face non è tra noi e una civiltà aliena evoluta, ma tra noi e la presa di coscienza della nostra limitatezza di fronte al mistero insondabile della vita e dell’universo.

La trama in sintesi: i radiotelescopi della Terra segnalano un enigmatico corpo celeste in avvicinamento al sistema solare. L’oggetto, denominato Rama dagli umani, si rivela essere un gigantesco cilindro metallico rotante su sé stesso, di evidente matrice artificiale.

Nessun messaggio giunge da esso: “Rama era silenzioso come una tomba […]. Non c’erano segnali radio di alcuna frequenza […]. Era minacciosamente silenzioso”. Una spedizione guidata dal comandante Norton parte a bordo dell’astronave Endeavour per raggiungerlo e studiarlo.

Il coraggioso equipaggio riesce a entrare nell’immenso veicolo, imbattendosi in una realtà stranissima. Tale è la diversità che gli umani non dispongono di alcuna chiave interpretativa per interagire con essa. Solo applicando i rigori della logica, i nostri apprendono gradualmente qualcosa dell’avanzata tecnologia.

Quelle che paiono essere città, con fiumi, mari e boschi, rivestono la superficie interna della ciclopica struttura. La forza centrifuga dovuta alla sua rotazione favorisce l’aderenza al suolo.

Quanto sfugge però è il senso del tutto: qual è l’obiettivo dei misteriosi costruttori (che non compaiono mai)? A quale meta è destinato il cilindro? Quale la ragione della sua esistenza? Chi sono (o erano) gli artefici?

A ferire l’animo di Norton però è quel silenzio gravoso degli alieni, vissuto dai protagonisti come un’indifferenza nei loro confronti e nei confronti della specie umana nel suo insieme: “Probabilmente [i ramani] avrebbero ignorato per sempre l’esistenza della razza umana. Un’indifferenza così smaccata era molto peggio di un insulto deliberato”.

Il racconto procede serrato senza mai scadere nell’inverosimile. Ed è questa la grandezza di Incontro con Rama.

Successivamente Clarke, assieme all’ingegnere e scrittore Gentry Lee, ha sfornato altri tre romanzi della saga, Rama II, Il giardino di Rama e Il segreto di Rama, formando una quadrilogia (in realtà scritti dal solo Lee, mentre Clarke si è limitato ad un’approvazione dei testi). Si tratta di sequel abbastanza inutili in quanto non forniscono rivelazioni significative. Non a caso non hanno riscosso il successo del primo romanzo.

Incontro con Rama resta, per originalità, competenza scientifica e intuizione, una pietra miliare della science fiction mondiale. L’attore Morgan Freeman avrebbe voluto farne un film; purtroppo il progetto non andò in porto.