“DON JUAN” AL TEATRO COMUNALE DI VICENZA. RECENSIONE.

di Emanuela Dal Pozzo

Un piccolo capolavoro il balletto “Don Juan” in scena al Teatro Comunale di Vicenza in data 19 febbraio, produzione Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, in coproduzione con Ravenna Festival, Fondazione/Teatri di Reggio Emilia/Festival Aperto, Fondazione Teatro regio di Parma, Associazione Sferisterio Macerata, Festpielhaus St.Poelten, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, centro Teatrale Bresciano, Fondazione Cariverona- circuito Vivo Teatro.

Molti i posti occupati da un pubblico eterogeneo.

Altissimo il livello, cui hanno contribuito: le coreografie originali e sfaccettate, attente al dettaglio e alla coralità di Johan Inger, la musica originale incalzante ed evocativa di Marc Alvarez, orchestrata da Manuel Busto con l’Orchestra de Extremadura, le scene essenziali e d’effetto di Curt Allen Wilmer (aapee) con estudiosdeDos, i variopinti costumi personalizzati di Bregje van Balen.

Due atti che scivolano via, insieme all’eleganza espressiva dei sedici interpreti, che compongono quadri in continuo divenire, alternando momenti intimisti ad altri corali, in un continuo comporsi e scomporsi di scene, alcune stupefacenti e tutte di perfetto equilibrio.

La drammaturgia intesa come trama non è chiarissima, perché si allude al Don Giovanni come seduttore e non come il personaggio che attraversa il teatro di prosa e di musica. Bisogna leggere la presentazione per comprendere che il protagonista è letto in chiave psicanalitica e che la madre sembra essere l’origine di tutte le sue sventure. Ciononostante questo non toglie molto al godimento dello spettacolo che presenta un ventaglio di tipologie femminili: la conformista Donna Elvira, la maliziosa Zerlina e la selvatica Tisbea, donne viste, insieme al protagonista, con il distacco dell’occhio ironico, capace di giocare delle loro reciproche debolezze.

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Anche l’eros viene indagato da diverse angolazioni, permettendo al coreografo di sbizzarrirsi in continue nuove soluzioni e di sfaccettare i caratteri oltre la superficie, mentre l’occhio si sposta ora sul materasso ove si consuma il tradimento, ora sulla festa nuziale e sulla festa in maschera.

Un lavoro che si porge con un’ essenzialità comunicativa, conquistata con un lavoro certosino e intelligente, profondo e creativo e una scenografia minima di materassi duttili e polifunzionali sotto il bel gioco di luci studiato di Fabiana Piccioli.

Diversi minuti di applausi per i sedici danzatori: Hellas Tur-Dorvault, Vittoria Franchina, Thomas Van De Ven, Martina Forioso, Clement Haenen,Sandra Salletti Aguilera, Minouche Van de Ven, Iamal Hulmann,Ivana Mastroviti, Estelle Bovay, Saul Daniele Ardillo, Leonardo Farina, Matteo Fiorani, Arianna Kob, Giulio Pighini, Serena Vinzio.