DANTE A VERONA

silent_danteIn vista dei settecento anni dalla morte di Dante (1321-2021) il Teatro Stabile di Verona, il Teatro della Toscana – Teatro Nazionale che ha sede a Firenze e il Teatro delle Albe di Ravenna hanno dato vita a una joint venture per una serie di produzioni teatrali da rappresentarsi nella città natale da cui Dante fu esiliato all’età di trentasette anni, a Verona dove visse tra il 1303 e il 1304 (e soprattutto dal 1312 al 1318) e a Ravenna dove dimorò dal 1318 fino alla morte.
A dare il
la a queste iniziative teatrali è stato il Teatro delle Albe di Ravenna che nel 2017 ha iniziato un percorso dantesco ideato e curato da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari: Inferno – Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” che è valso a entrambi il prestigioso premio Ubu 2107 per il “miglior progetto curatoriale” e a Ermanna Montanari il premio dei critici di teatro come “miglior attrice”. E ora, in giugno, a Ravenna si prosegue con il Purgatorio. La formula è uguale a quella dell’Inferno di due anni fa. Stesso punto di partenza: una chiamata pubblica. Ovvero l’invito, rivolto a tutti, attori e non, di partecipare a laboratori teatrali per poi essere protagonisti attivi dello spettacolo: sempre rigorosamente itinerante, con attori professionisti nei ruoli principali e quelli che hanno seguito i laboratori che interpreteranno ruoli secondari oltre ai custodi angelici delle sette cornici del Purgatorio e alle varie schiere di anime che espiano i sette peccati capitali. Mescolato a loro ci sarà il pubblico alla fin fine coprotagonista di un evento a cavallo tra la sacra rappresentazione medievale e il teatro di massa di Majakovskij. Come per l’Inferno, Ravenna tornerà a essere un palcoscenico globale, con i cittadini chiamati a “farsi luogo” nell’epoca dei “non-luoghi” e delle comunità disperse e frantumate. Vari luoghi della città simboleggeranno le sette cornici come due anni fa simboleggiavano i cerchi dell’Inferno. Con una grande novità. Un workshop gratuito (rivolto anche a non attori) per partecipare alla Chiamata pubblica ravennate avrà luogo anche a Verona: al Teatro Nuovo il 10 giugno, dalle 15.30 alle 18.30, condotto da un attore delle Albe. Una volta “formate”, le persone parteciperanno a una delle repliche di questo speciale Purgatorio che debutterà al Ravenna Festival il 25 giugno con repliche (tutti i giorni escluso il lunedì) fino al 14 luglio alle ore 20.00. Chi fosse interessato al workshop del 10 giugno può scrivere a segreteria@teatronuovoverona.it o telefonare allo 0458006100 dalle 15.30 alle 20.00 dal lunedì al sabato.

A seguire, in settembre, debutterà a Firenze lo spettacolo itinerante Silent Dante prodotto dal Teatro della Toscana e dallo Stabile di Verona: quattro attori accompagneranno il pubblico nei luoghi più “danteschi” della città facendogli scoprire aspetti meno noti della figura del “sommo poeta” tramite le sue opere e la sua vita. Dopo Firenze (dove in primo piano ci saranno Beatrice e la Vita nova), lo spettacolo andrà in scena a Verona. Con la mutata geografia, altri passaggi, altri eventi della vita di Dante e altre letture: il clou nella chiesa di Sant’Elena dove, il 20 gennaio 1320, Dante espose a voce la sua celeberrima Quaestio de aqua et terra. Il pubblico al seguito degli attori avrà in dotazione delle cuffie “whisper-radio” che permetteranno di sentire – oltre alla voce degli attori – suoni, musiche e suggestioni che renderanno lo spettacolo un vero e proprio percorso sensoriale.

Un altro atteso evento teatrale dantesco sarà Fedeli d’amore di Marco Marinelli in scena al Nuovo di Verona in autunno nell’ambito del festival Theatre Art Verona. Si tratta di un “polittico in sette quadri attorno a Dante e al nostro presente”. Il poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato al rogo, è ora sul letto di morte in esilio, a Ravenna, in preda a febbre malarica, e ripercorre la sua vita. Assurge così a simbolo per eccellenza del profugo che cerca consolazione e salvezza nell’amore. Amore anticamera della beatitudine che segnerà, con la chiamata pubblica per la terza cantica, il Paradiso, l’apogeo delle celebrazioni dantesche.