LA RASSEGNA “RIFRAZIONI INDIPENDENTI” A MORI (TRENTO): LE SFUMATURE DEL TEATRO INDIPENDENTE ITALIANO

Il prisma è uno strumento magico. Raccoglie la potenza di un fascio di luce e ne scompone l’ossatura, lo rifrange in mille differenti raggi più piccoli, ognuno dotato di un suo colore con una gamma di sfumature che si possono articolare all’infinito. Così il teatro è un prisma, uno strumento magico che scompone l’arte e la rifrange in mille sfumature delle quali spesso non conosciamo l’esistenza.                        

 E questo è l’obiettivo della rassegna Rifrazioni Indipendenti, in scena al teatro Gustavo Modena di Mori (Trento) da Gennaio ad Aprile 2017. Un compendio di sfumature pescate dal mare del teatro indipendente italiano, con grandi personalità artistiche e maestri che non si accompagnano ai circuiti principali, ma che seguono un loro personale percorso di crescita e sviluppo dell’arte della messa in scena.

foto P.Porto

foto P.Porto

Il tema del percorso sarà l’esplorazione, e così come l’escursionista cerca i sentieri e i panorami sconosciuti così questo primo anno entreremo nella pluralità dei generi che compongono questo mondo teatrale: dalla commedia in maschera alla poesia della creazione artistica, dal monologo-racconto sui nostri vizi e virtù all’autobiografia di una vita, dalla commedia al dramma. L’obiettivo sarà quello di guardare oltre ciò che ci è consueto, vedere panorami sconosciuti e di lasciarsi trasportare dalla loro diversità e infine conoscersi, come pubblico, come artisti e come nuovi programmatori culturali desiderosi di incontrare una realtà importante e con un’identità forte: la comunità moriana. E così, insieme, camminare per un lungo tratto del sentiero.

A questo scopo ci siamo valsi di nomi prestigiosi, artisti forse poco conosciuti dai giri di grido, ma conosciuti e stimati nel mondo del teatro non solo italiano per percorso artistico e personalità. Persone che accompagnano la loro arte ad esperienze di vita eccezionali, come ad esempio César Brie che il 28 gennaio aprirà questa rassegna con ERO. L’autore è scappato dall’Argentina al tempo della dittatura, tornato in Bolivia dove ha fondato la compagnia dei Los Andes e poi fuggito di nuovo in Italia dopo aver appoggiato la rivolta dei Peones sudamericani. Vedremo Giuliana Musso, Il 23 marzo, una interprete contemporanea del teatro italiano, raccogliere le memorie dei Nati in Casa, e riportarle all’oggi in una forma divertente e spigliata.

A questi due monumenti del teatro si affiancano due compagnie giovani con due proposte completamente differenti. Evoè!Teatro offrirà il suo lavoro di ricerca sulla commedia in maschera con ANFITRIONE Mon Amour, una tragicommedia coniugale sul tema più chiacchierato e sfuggente di tutti i tempi: l’Amore. Eco di Fondo, una giovane compagnia milanese che sta acquisendo sempre più spazio nel panorama artistico nazionale, porterà la sua avventurosa ricerca nello spettacolo La Sirenetta, che presenta con grande poesia la fiaba di Andersen come metafora dell’identità sessuale.

Direzione artistica

Compagnia Evoè!Teatro

info.evoeteatro@gmail.com – evoeteatro.wordpress.com – fb Compagnia Evoè!Teatro

PROGRAMMA:

SABATO 28 GENNAIO

ORE 20:45

ERO

Testo regia interpretazione Cesar Brie, scene e costumi Giancarlo Gentilucci, musiche Pablo Brie , burattino Tiziano Fario residenza Teatro Nobelperlapace produzione Arti e Spettacolo, Cesar Brie

Dietro parole come amore, morte, assenza, dolore, gioia, si celano vicende personali, volti precisi, piccoli disagi, rimpianti sbiaditi, eventi apparentemente infimi che hanno segnato la nostra esistenza. Ognuno di noi è abitato da questi eventi, sono comuni a tutti, appartengono a tutti. Ognuno ha il proprio elenco di volti, gesti, drammi e carezze.

Questo lavoro è un viaggio attraverso le vicende annidate dietro le grandi parole.

Indaga sul bambino nascosto dietro al vecchio; indaga sul vecchio che si disfa del bambino.

Cerca l’anziana annidata nel volto della fanciulla e la ragazza che scopre l’amore tra le rughe del tempo. A ognuno di noi è data la possibilità di tornare dall’esilio, di aprire la porta della nostra casa. A ognuno di noi è data la possibilità di non rimanere accecati dalla luce dell’annunciazione.

VENERDì 3 FEBBRAIO

ORE 20:45

ANFITRIONE Mon Amour dall’Anfitrione di Moliere

Regia Emanuele Cerra con ,Silvio Barbiero Marta Marchi Clara Setti Mattia Giordano

scenografie e Video: Lorenzo Zanghielli disegno luci: Luca Brun maschere: Gianfranco Gallo

costumi: Marta Mazzuccato produzione: Evoè!Teatro

Tornare da un lungo viaggio per il mondo e scoprire che il proprio posto è stato preso da un altro, rubato, il focolare violato da un estraneo. E chi è questo straniero usurpatore del letto coniugale?

Nientemeno che se stesso!

SPETTACOLO VINCITORE del Bando OFF/SANBABOLIS Residenze diffuse 2015

VENERDì 17 MARZO

ORE 20:45

LA SIRENETTA

Regia Giacomo Ferraù con la collaborazione registica di Arturo Cirillo. Drammaturgia Giacomo Ferraù e Giulia Viana, con Riccardo Buffonini, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti, Giulia Viana

Produzione Eco di fondo in coproduzione con Campo Teatrale

Spettacolo sostenuto da NEXT – Laboratorio delle idee 2015 con il patrocinio di Amnesty International Italia e Everyone Group for cooperation on human rights culture

La Sirenetta” parla di un’adolescente che per un gesto d’amore rinuncia alla sua stessa essenza (la sua coda) nel disperato tentativo di essere accettata, nel disperato tentativo di essere amata. Siamo partiti dalle lettere di ragazzi adolescenti che hanno deciso di togliersi la vita perché non si sentivano accettati per la propria sessualità. Adolescenti che hanno rinunciato alla loro voce per chissà quanto tempo.

La Sirenetta” obbliga a riflettere sull’amore, quello più difficile, quello verso sé stessi ed il corpo che si abita. La celebre fiaba di Andersen, riletta come metafora dell’identità sessuale.

GIOVEDì 23 MARZO

ORE 20:45

NATI IN CASA

Con Giuliana Musso di Giuliana Musso e Massimo Somaglino. Regia di Massimo Somaglino

musiche di Glauco Venier. Produzione La Corte Ospitale.

Si nasceva in casa, una volta. Nei paesi c’era una donna che faceva partorire le donne. La “comare”, la chiamavano, era la levatrice, l’ostetrica. Nati in casa racconta la storia di donne che furono levatrici in un nord-est italiano ancora rurale e ci racconta l’evento più straordinario e al contempo meno narrato della nostra storia: il parto.