ADUA E L’ELEFANTINO DEL BERNINI. RECENSIONE LIBRI

adua-1E’ necessaria una mente robusta per sostenere una solida sapienza”, così si legge nel basamento dell’”Elefantino” di fronte la Chiesa di Santa Maria della Minerva a Roma.

Bernini lo scelse come simbolo di forza per sorreggere uno degli obelischi della città eterna.

Adua, la protagonista dell’omonimo libro, editrice Giunti 2015, di Igiaba Scego scrittrice, giornalista già firma di “Internazionale”, lo sceglie come fedele interlocutore, “quando il nostro patrimonio culturale è anche un patrimonio sentimentale”.

Un amaro viaggio nella storia di una ragazza somala, di una famiglia, di un padre, anzi due, tra l’Africa e l’Italia, tra le radici ed il sogno, tra il Paese colonialista ed il suo post, tra l’immaginazione di una realtà e la cruda realtà.

Un racconto di sfruttamento, di corpi, di false illusioni, di sogni infranti che non ha nessun “c’era una volta” e tanto meno lo scontato “e vissero felici e contenti”.

E’ una storia migrante e di migrazioni che parla dei “barconi”, come adesso piace dire a molti, con protagonista una ragazza dalla pelle color cioccolatino che voleva fare l’attrice (si è, o meglio potrebbe essere, ancora un mestiere), del suo corpo aggirato per un film a luci rosse, di compravendite, di pregiudizi, della vita da migrante a Roma, nella capitale dalle mille culture che risiedono ma non si abitano.

Descrizioni e vicende raccapriccianti di quelle che non si vorrebbero mai leggere, raccontate senza pietismo e anche senza la freddezza della cronaca; le stesse per cui chiudiamo gli occhi e pensiamo che sia impossibile che siano vere.

Titanic, ragazzo rifugiato che la protagonista sposa per salvare, Adua e Zoppe spesso dialogano con sé stessi. In fondo sanno come “dovrebbe essere” eppure la verità ed il diritto faticano a vincere. Rimane quella voce della coscienza che non si può sfruttare.

Nella tua città ci sono i feroci leoni? Li ho visti sul libro di scuola”

Si, e anche le zebre”, rispose Zoppe.

E i rinoceronti? Li hai visti i rinoceronti?”

Ti dirò di più. Ci sono le antilopi, le iene, le giraffe e un giorno ho visto una mandria di gnu pronti ad inseguire un sogno”

Cosa sono gli gnu? Non ci sono sul mio libro. Com’è fatto uno gnu?” (…)

La bambina lo guardava con meraviglia. E anche Davide, suo padre, aveva gli occhi pieni di curiosità.

Sotto il ponte dell’accoglienza passa molta retorica, ma raramente questa semplice e costruttiva curiosità; forse abbiamo ancora bisogno di una “solida sapienza”; l’elefantino ha ragione, come Adua ci insegna.

Simona Gionta