KILOWATT FESTIVAL A SAN SEPOLCRO. REPORT

In un bel clima rilassato e accogliente- sottotitolo del Festival è “ospitali di natura”- si è svolto a San Sepolcro dal 18 al 25 luglio 2015 Kilowatt Festival- l’energia della scena contemporanea, un Festival decisamente “orizzontale” per come è stato pensato, con una pluralità di sguardi garantita dalla presenza dei “visionari”: realtà ormai consolidata qui, ma tutt’altro che scontata anche solo idealmente altrove. I visionari sono infatti una giuria aperta di spettatori che ogni anno, in un arco di tempo che va da novembre a maggio, seleziona parte degli spettacoli proposti secondo gusti e criteri propri . Così anche quest’anno le ultime tre giornate del Festival sono state dedicate ai nove spettacoli prescelti dalla giuria popolare ( su 236 richieste pervenute).

Indubbiamente il clima rilassato che si respira (e lo ribadiamo non così scontato nei Festival, spesso di nicchia e talvolta con punte snob) è frutto di altri piccoli accorgimenti: l’introduzione al pubblico di un membro della giuria popolare di ogni spettacolo proposto con le motivazioni della scelta e uno spazio mattutino dedicato ad un dibattito/incontro aperto tra visionari, attori e critici sulle visioni degli spettacoli della sera precedente, momenti importanti di confronto reale tra attori nello spiegare le proprie scelte artistiche e spettatori nell’esprimere dubbi, commenti e suggerimenti.

Si colma così non solo quello scarto inevitabile tra chi produce e chi fruisce, ma si stemperano anche quelle tensioni che nascono inevitabilmente dalle differenze, comprese quelle emotive positive di chi, esibendosi, si sottopone a giudizio, spesso in altri festival in modo frustrante perchè senza alcun tipo di feedback: pensiamo a quegli spettacoli accolti con tepore o con imbarazzanti silenzi che non restituiscono agli attori le ragioni dei silenzi.

L’ingresso nel Festival dei visionari, da un’idea del direttore artistico Luca Ricci del 2007, oggi è confluito nel progetto Be Spectative!, un progetto europeo che riunisce in dialogo interculturale diversi artisti. Coinvolti nel progetto sono: il Comune di Sansepolcro e Kilowatt Festival per l’Italia, B51 Cultural Society per la Slovenia, Domino per la Croazia, LIFT per l’UK, Radu Stanca National Theatre per la Romania, Tanec Praha per la Repubblica Ceca e York Theatre Royal per UK.

Il progetto è monitorato dalla Fondazione Fitzcarraldo per l’Italia, l’Università di Barcellona della Spagna e l’Università di Montpellier per la Francia.

Nello stesso Festival si è tenuto anche un convegno aperto al pubblico di Rete Critica, gruppo in cui confluiscono le diverse testate o siti web italiani di critica teatrale coordinati da Oliviero Ponte di Pino, sempre sul tema “ teatro e spettatori” con interventi specifici tra i diversi membri.

INTERVISTA AI VISIONARI

Intervisto in un momento di pausa un gruppetto di visionari: Barbara, Andrea e Silvia.

Una buona componente di visionari è sempre presente tanto agli spettacoli quanto ai dibattiti.

Quanti siete ? Siete tutti di San Sepolcro? Come avviene il reclutamento?

Quest’anno siamo 24 e proveniamo dal circondario quindi anche da paesi vicini. Il gruppo è aperto, non ci sono requisiti o selezioni, con nuovi ingressi ogni anno. Ci muove essenzialmente il desiderio di fare qualcosa di utile per la comunità, per farla crescere culturalmente. Alcuni di noi hanno già un interesse per il teatro o per altre forme artistiche, ma non tutti.

Come avviene la selezione sia dal punto di vista organizzativo che da quello qualitativo? Avete dei criteri?

Sul piano organizzativo siamo suddivisi in piccoli gruppi di 3 o 4 persone. Inizialmente ci arrivavano estratti dello spettacolo di 15 minuti in DVD, ma ci siamo accorti che così la selezione diventava difficile perchè non sempre ci veniva restituito il senso dell’opera, così ora lo visioniamo integrale. Dopo diverse scremature si arriva alla selezione finale in cui le opere scelte vengono visionate da tutti e dibattute per arrivare alla selezione dei nove vincitori che faranno parte del Festival. Non seguiamo criteri scritti e forse questo ci manca, analizziamo i video e ne parliamo a ruota libera. Non sempre le discussioni che seguono sono concordi e si arriva a votazione.Il direttore artistico del Festival Luca Ricci invece li visiona tutti e talvolta ci ripropone qualcosa che abbiamo eliminato per un possibile ripensamento. Non sempre passa.

Siete cambiati nel corso degli anni?

Si. I nostri parametri di giudizio sono cambiati. Ci accorgiamo che ora operiamo scelte diverse rispetto ai primi anni ad esempio. Consideriamo l’ingresso di nuovi membri una buona cosa, come una ventata di freschezza.

GLI SPETTACOLI

Vale la pena sottolineare che tutti gli spettacoli selezionati dai visionari avevano qualche elemento di pregio, che le scelte hanno privilegiato aspetti diversi, dalla novità dei linguaggi utilizzati, all’originalità di regia piuttosto che alla bravura attoriale e che nessuno di essi aveva elementi tali da potersi considerare “ammiccante”. In definitiva le scelte effettuate hanno dimostrato una competenza maggiore di quanto normalmente non ci si potesse aspettare.

CUENCA/LAURO “(ZERO) WORK IN PROGRESS”- Sosta Palmizi

di e con Elisabetta Lauro, Cèsar Augusto Cuenca Torres

23 luglio ore 20,45- Auditorium di Santa Chiara

Selezionato per Anticorpi XL 2014-15

Vincitore Premio Equilibrio Roma 2015

Un breve studio di danza, un ritorno alle origini condotto in modo elegante e fluido da questi due danzatori in stretto contatto tra loro per quasi l’intera performance. Colpisce la loro sintonia e la semplicità/essenzialità dell’azione che tocca corde intime: si riparte da zero con umiltà e fedeltà a se stessi, con la consapevolezza di poggiare i piedi sulla terra, la nostra origine e ciò che guida il nostro percorso.

COMPAGNIA LAB121 “L’INSONNE”

con Alice Conti e Francesco Villano, regia di Claudio Autelli, drammaturgia di Raffaele Rezzonico e Claudio Autelli.

23 luglio ore 21,30 Teatro della Misericordia

Molti ( troppi) i temi che si intrecciano in questo allestimento che ruota intorno alla ricomposizione di una storia impossibile, ma che in realtà intreccia più storie e il cui solo studio originale e curioso di gioco di luci e ombre meriterebbe un’attenzione esclusiva. Diversi anche i piani: onirico e reale, passato e presente, in una narrazione che pur non lineare si mantiene sempre claustrofobicamente in una scatola, in un identico piano.

Non convince del tutto questa regia troppo ricca di direzioni poi poco sviluppate, che alterna momenti di grande fascino a momenti di pesantezza e con un testo non sempre avvincente.

Un lavoro potenzialmente buono ma discontinuo e i cui diversi punti di vista ai quali si vorrebbe portare lo spettatore nella elaborazione di una regia individuale finiscono per perdersi.

QUOTIDIANA.COM “IO MUOIO E TU MANGI”- 2° capitolo di “Tutto è bene quel che finisce” (3 capitoli per una buona morte)

scritto, diretto ed interpretato da Roberto Scappin e Paola Vannoni

23 luglio ore 23 Auditorium Santa Chiara

In continuità con lo stile graffiante e disincantato dei lavori di questa compagnia dai contenuti “esistenziali” legati al nostro presente, in questa piece si riflette sulla malattia e la morte, sull’eutanasia e la pietas, sul potere e l’impotenza.

C’è da sottolineare che, come già detto nelle recensioni dei loro precedenti lavori, questa Compagnia spicca nel panorama nazionale per l’originalità di linguaggio e l’intelligenza dei testi, puntuali e profondi, capaci di scavare nel linguaggio e nei suoi luoghi comuni e nella formazione nella mente del pensiero e del giudizio.

Come sempre un lavoro interessante,” distrattamente” profondo e ironico, forse con qualche concessione comica di troppo al pubblico.

CAPPELLANI_DI RIENZO_FIORELLI “AD ALTA TENSIONE”

drammaturgia, regia e interpretazione Massimo Cappellani, Katia Di Rienzo, Emanuela Fiorelli.

24 luglio ore 20,45 Teatro alla Misericordia

Scelta coraggiosa questa da parte della giuria dei visionari che ha privilegiato l’incontro tra i linguaggi multimediali della danza e della fotografia all’interno di una installazione.

Se il lavoro gioca sul rapporto tra le forme e sui punti di equilibrio possibili, il limite sta nella tecnica utilizzata, che non suggerisce nulla oltre il lasciarsi piacevolmente andare alle soluzioni d’immagine proposte. Ne risulta un lavoro essenzialmente statico seppur esteticamente gradevole.

ELENA GUERRINI “ALLUVIONI DAL FANGO ALLA LUCE”

drammaturgia, regia e interpretazione di Elena Guerrini

24 luglio ore 21,30 Teatro della Misericordia

Le alluvioni e il fango, esperienza ciclica italiana, sono il tema di questa messa in scena difficilmente catalogabile per una rottura di schemi e convenzioni teatrali a tratti rischiose. Si gioca tra banalità e crudezza, perdendo a tratti il filo conduttore, spostandosi su piani diversi, sempre lungo un confine border line spiazzante, fatto di emozioni e associazioni, in una sorta di contenitore volutamente disordinato e disorganico.

BLITZ “SU’DDOCU! OMAGGIO AL SOFFITTO N°1.1.LA REPRISE”

drammaturgia e regia di Margherita Ortolani, con Margherita Ortolani e Valentina Lupica

24 luglio ore 23,10 Auditorium Santa Chiara

Interessante questo studio di voci, suoni e immagini tratti dalla cultura siciliana: un’amplificazione di dettagli ritratti da interni privati come fatta da una telecamera nascosta, che indaga i significativi frammenti tra il detto e non detto, tra gestualità e fonetica di una cultura che si intende riportare alla luce e oggi minata da linguaggi e abitudini convenzionali meno specifiche e territoriali.

Un lavoro di scavo minimalista che ha il pregio di restituire parte significativa del patrimonio culturale della terra siciliana, luogo di residenza e di origine delle due brave attrici, attente ad ogni particolare, suono, gesto, sguardo, in una partitura rigorosa a due in cui il ritmo diventa elemento indispensabile e nella quale nulla di più o di meno viene concesso. Il titolo non immediatamente percepibile, se tradotto diventa la chiave di lettura di questa piece di cui segnaliamo anche l’originalità dei costumi: “Su’ddocu…!”(sunnu ddocu): loro sono là!

UNTERWASSER “OUT”

ideazione, drammaturgia, regia, costruzione pupazzi, scene, costumi, suoni, interpretazione di Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio.

Finalista Premio Scenario Infanzia 2014

25 luglio ore 18,30 Teatro della Misericordia

Ci si lascia trasportare dalla fluidità delle belle immagini, dalle luci e dalla musica che accompagnano il pupazzo protagonista, mosso con diverse tecniche, in una storia che lo riprende a contatto con alcuni significativi elmenti che lo circondano. E’ una storia d’amore e di libertà, per bambini ed adulti, senza parole e condotta su un filo poetico mai interrotto, con un cambio scene a scena aperta che non interrompe il fluire degli eventi.

Un lavoro interessante, ricco di sensibilità e capace di tenere conto delle caratteristiche attentive dei bambini cui è principalmente rivolto, che merita un plauso anche in considerazione della giovane età delle attrici, anche se forse traspare una fragilità nella trama drammaturgica.

ATIR TEATRO RINGHIERA/MARIA PILAR PEREZ ASPA

“L’ETA’ PROIBITA. APPUNTI BIOGRAFICI DI MARGUERITE DURAS”

drammaturgia di Roberto Festa e Maria Pilar Perez Aspa, diretto e interpretato da Maria Pilar Perez Aspa

25 luglio ore 20,45 Auditorium di Santa Chiara

Il migliore lavoro riteniamo tra i nove visti sotto tutti i punti di vista. Magistrale l’interpretazione dell’attrice, la cui grande intensità drammatica si unisce ad una naturalezza espressiva che coinvolge completamente lo spettatore nel racconto delle vicende esistenziali di Marguerite Duras, nota scrittrice e regista francese, ritratta nell’intimità della sua casa e dilaniata da conflitti e ripensamenti.

Scarna, efficace e pregnante la scenografia di Maria Spazzi, pulita e curata la regia.

Un lavoro che induce ad approfondire la conoscenza di questa interprete di grande spessore.

TEATRODILINA “BANANE”

drammaturia e regia di Francesco Lagi con Francesco Colella, Leonardo Maddalena, Aurora Peres, Mariano Pirrello

Eccessivamente lungo questo lavoro diviso in brevi quadri che racconta la vita dei quattro protagonisti e le loro relazioni problematiche. Bene interpretato ha il merito di offrire uno spaccato di vita popolare, fatta di piccoli gesti e completamente assorbita nelle emozioni e nel presente, ma la linearità senza scosse del tutto, protratta per un tempo così lungo, pur nell’evoluzione delle reciproche relazioni, finisce per mettere a prova l’attenzione dello spettatore.

INTERVISTA A LUCA RICCI, DIRETTORE ARTISTICO DEL KILOWATT FESTIVAL

La specificità di questo Festival, ciò che lo distingue dagli altri, è soprattutto la presenza dei “visionari”. Come e da chi nasce questa idea?

I Visionari sono senz’altro il cuore della nostra attività, ma mi piace dice che l’avvio del festival è precedente all’introduzione dei Visionari e che oggi la parte dei Visionari costituisce “solo” il 30% della nostra azione. Comunque, per ricostruire la storia di questo specifico progetto, all’inizio, quando cominciammo a fare il festival, venivano proposti degli spettacoli che ci sembrava meritassero per qualità, ciononostante gli spettatori erano pochi o, almeno, non erano tanti quanto avremmo voluto. Diventava un festival di nicchia e la cosa non ci piaceva. Così, pensando ad un maggior coinvolgimento della popolazione, è nata quasi per caso questa idea. Abbiamo messo degli avvisi in cui proponevamo agli interessati a collaborare al Festival e a visionare degli spettacoli e per passaparola si è costituito così il gruppo dei “visionari”. Non sapevamo che questa mia idea sarebbe poi diventata un modello su piano nazionale, ripreso dalle testate nazionali e avrebbe avuto poi tanta eco.

Come è cambiato nel tempo il Festival?

Due sono le novità principali del Festival oggi: l’avvio del progetto europeo di cooperazione su larga scala “Be SpectActive!” del quale il Comune di Sansepolcro e CapoTrave/Kilowatt sono i capofila e l’apertura di uno spazio teatrale in Piazza Torre di Berta, in continuità con una filosofia di “apertura”. Non a caso questa Edizione si chiama “Ospitali di natura” perché ci piace pensare che la scena contemporanea sia per tutti, a disposizione di tutti, e quindi ospitale con tutti.

Ci parli un po’ di questo progetto europeo “Be SpectACTive!”?

E’ iniziato il 1 dicembre 2014 e proseguirà fino al 30 novembre 2018. In questo progetto quadriennale verrà esportata in Europa l’esperienza legata allo “spettatore attivo” che è la caratteristica principale di Kilowatt, con la partecipazione di 12 istituzioni europee: The London International Festival of Theatre e York Theatre Royal ( Gran Bretagna), Tanec Praha Festival ( Repubblica Ceca), Bakelit Multi Art Center di Budapest (Ungheria), Sibiu International Theatre Festival ( Romania), Perforacije Festival di Zagrabia, Rijeka e Dubrovnik (Croazia), Ex-Ponto Festival di Lubiana (Slovenia), Fondazione Fitzcarraldo di Torino, e due università con dipartimenti che si occupano di ecenomia della cultura: l’Università di Barcellona (Spagna) e quella di Montpellier (Francia). Tra le numerose attività previste ci sono la creazione di 34 gruppi di spettatori attivi (i visionari) in 8 città europee tra cui Sansepolcro, con progetti di teatro e danza, residenze creative e messa in scena di spettacoli scelti direttamente dai visionari, oltre a quattro conferenze internazionali sulla active spectatorship, la prima delle quali a Sansepolcro il 21 e 22 luglio 2015. Il tutto sarà monitorato e documentato.

Com’è il rapporto tra Festival e città oggi qui a Sansepolcro?

Rimane sempre una fetta di popolazione poco sensibile al Festival anche se quest’anno consideriamo una vittoria la partecipazione agli spettacoli che abbiamo scelto di fare in piazza, e tra l’altro non gratuitamente, ma con un piccolo biglietto di ingresso. C’è stata una bella affluenza nelle sedie sdraio predisposte e le persone “di passaggio” ai lati della piazza si fermavano in rispettoso silenzio, tranne qualche caso. Inoltre la Confcommercio provinciale ha contribuito al Festival proponendo e sostenendo degli eventi musicali.

Cosa vorresti cambiare nelle prossime edizioni per migliorare il Festival?

C’è da un lato l’esigenza di aprire maggiormente questo gruppo dei Visionari, immettendo sguardi nuovi, dall’altro lato, c’è l’esigenza di superare alcune criticità legate agli spettacoli in piazza. Se il pubblico ha reagito complessivamente bene, in qualche momento la dicotomia tra spettatori interessati e famiglie di passaggio si è fatta sentire, soprattutto in concomitanza con certi orari “di svago famigliare”. Questa è una cosa che va corretta e stiamo pensando al modo.

Emanuela Dal Pozzo