L’AFFAIRE PICPUS AL KITCHEN DI VICENZA

In scena al Teatro Kitchen di Vicenza sabato 19 ottobre 2013, un Enrico Bonavera in piena forma nello spettacolo “L’affaire Picpus”, storia di un uomo che perde il proprio naso, capace di trasformarsi in scena solo grazie al travestimento di un naso.

Tanti nasi per dar vita a tanti personaggi, una passarella di “ tipi” in cui riconosciamo stili, caratteri e deformazioni professionali, perfettamente in linea con la tradizione della Commedia dell’Arte. Bonavera, attore estroverso in scena, ne approfitta per rendere evidente il processo della trasformazione: dalla camminata e dalle pose caratteristiche di ciascuno, fino alla parlata e agli accenti in cui riconosciamo il bagaglio culturale italiano, passando attraverso i dettagli del gesto e dell”’acciacco”, a tradire età, abitudini e modo di pensare. Uno spettacolo che nel suo farsi diventa non solo esilarante gioco teatrale, ma anche “lezione didattica”, a svelare l’accurato lavoro attoriale che sottosta, rinforzato a tratti da contaminazioni circensi clownesche e da un grammelot che tutto lascia alla ricchezza della comunicazione non verbale. Ricco anche di angolazioni diverse lo spettacolo diventa occasione per ironizzare, esagerare, dissertare, poetare e infine filosofeggiare, mantenendo la chiave surreale del testo,scritto a quattro mani con il regista Christian Zecca, in una dimostrazione di bravura e di padronanza tecnica cui raramente oggi in teatro si assiste, lungamente applaudito da un pubblico sorpreso ed entusiasta.

Liberamente ispirato al racconto di Nicolaj Gogol “Il naso” ( I racconti di Pietroburgo) ed attualizzato nella significativa domanda: “ Quale potrà essere la prossima mossa di un naso indipendente slegato dai vincoli del corpo cui prima apparteneva , oggi “inarrestabile presidente del Consiglio?”, la piece sconfina nella satira politica perchè, dice Bonaventura “ questo racconto di satira della burocrazia russa può valere anche per gli italiani di oggi.”

L’attore genovese, già successore di Ferruccio Soleri nelle ultime versioni di “Arlecchino servitor di due padroni”, ruolo nel quale ha ricevuto diversi prestigiosi riconoscimenti, tra i quali “L’Arlecchino d’Oro” nel 2007 ,al Festival Mantova Capitale Europea dello spettacolo, è uno dei maggiori interpreti della Commedia dell’Arte. Ha lavorato con Strehler, Lassalle, Sciaccaluga e Amelio e collaborato con l’Odin Teatret di Eugenio Barba.

Emanuela Dal Pozzo