“STORIE DI GIGANTI” AL FESTIVAL DI VELO VERONESE

Si prospetta un Festival interessante quello in corso a Velo Veronese , organizzato da Le Falie di Velo Veronese, con il sostegno del Comune di Velo Veronese,della Comunità Montana della Lessinia e del Parco Naturale Regionale della Lessinia.

Il Festival, iniziato il 6 luglio 2013 e in prosecuzione fino al 7 settembre 2013, sembra capace di unire qualità e talenti locali ( ma non solo), innovazione e tradizione, a giudicare dalle proposte del folto e variegato programma dislocato nei diversi siti della Lessinia, alcuni dei quali come le malghe, non privi di fascino naturale e rimandi ancestrali. ( per il programma dettagliato vedi in questo numero “ appuntamenti teatrali luglio 2013).

Dello stesso avviso, circa i rimandi ancestrali, deve essere stato Maurizio Gioco, artista presente al Festival, quando ha deciso di ambientare la piece per Burattini e Marionette “ Storie di Giganti” alla Malga Vazzo, andata in scena il pomeriggio del 13 luglio 2013, una coproduzione del “Teatro Giochetto” di Verona di Maurizio Gioco e della “Marionettistica Popolare Siciliana” di Palermo di Angelo Sicilia e Mary Albanese, iniziando la performance tra i sentieri rupestri, in una sorta di parata con tanto di cavalli, fumi colorati, suoni e danze, evocando antiche culture che sembra non ci appartangano più.

Lo spettacolo è poi proseguito nello spazio antistante la malga, di fronte ad un pubblico di adulti e bambini in attesa, per raccontare la storia dei Giganti, sei marionette- pupi diversi, mossi a vista da Maurizio Gioco, Angelo Sicilia e Mary Albanese, con l’introduzione di un burattino strega animato da Daniela Marani.

Uno spettacolo colorito, introdotto e concluso dalla voce canora di Barbara Avesani, intervallato poi dalle incisive danze di Barbara Vallani, dal sax sempre d’impatto emotivo di Daniele Pasquali, dalle suggestive musiche originali del maestro Francesco Bellomi docente di composizione e didattica presso il Conservatorio Verdi di Milano e interpretate per l’occasione dallo stesso Bellomi.

La forza prorompente dello spettacolo emerge però soprattutto dall’ accostamento inusuale delle due culture: quella veneta e quella siciliana, giustificato dal significato più profondo dei testi- che riprendono i classici :l’Odissea, il Morgante, il Gargantuà e Pantagruele di Rebelais- : “l’incontro tra culture diverse che cercano un cammino comune”, per citare lo stesso Gioco, parallelo a quello dei Giganti, dalla provenienza magica e mitologica, ripresi nella propria diversità, eppur capaci di amplificare i propri sentimenti dando loro valenze universali.

Dice Maurizio Gioco:

Questa piece per Burattini e Marionette-Pupo nasce da diverse coincidenze. La prima accadde nel 2011 quando ho incontrato per la prima volta la collezione di proprietà del puparo Angelo Sicilia, in una piccola casa, sui monti delle Madonie vicino a Palermo. Qui sono stato folgorato da sei Pupi che ho subito denominato i Giganti, non tanto per le dimensioni,ma per la raffigurazione delle teste e il loro aspetto. Risalenti all’inizio del secolo scorso, il gruppo scultoreo è di una forza e di un richiamo archetipo al passato mitologico di rara bellezza e di difficile colocazione nel repertorio del teatro dei Pupi Siciliani. Tra questi personaggi emergeva un Polifemo rabbioso e un Saraceno con mazza e tutti insieme comunque formano una “banda” da cui traspariva un legame ad una terra ancestrale e intensa come la Sicilia. Tornato a Verona ho pensato di farne delle copie con lo scultore-maestro Beppino Rollo della zona. Da subito li ho imaginati scendere dalle nostre montagne, qui in Lessinia. Queste immagini mi hanno richiamato un testo teatrale che stavo approfondendoin quel tempo:” i Giganti della Montagna”, ultima opera teatrale di Luigi Pirandello.”

Questa universalità del “ sentire” viene ancora sottolineata dallo stesso Angelo Sicilia in un interessante incontro post spettacolo con il pubblico, in cui, dopo una pittoresca presentazione della sua Compagnia, ricca di immagini e di citazioni e del significato del suo lavoro in prima linea, di impegno e testimonianza anti mafia che lo porta a contatto tanto con le maggiori istituzioni del Paese, quanto a percorrere l’Italia in lungo e in largo, si sofferma sulla somiglianza tra la Lessinia e i monti delle Madonie in cui vive, sottolineando la calorosa accoglienza che i veneti gli riservano nei teatri, in particolar modo al Teatro Astra di Vicenza, che lo vedrà nuovamente in scena il prossimo ottobre.

Anche se qualcuno vorrebbe dividerci” afferma Angelo Sicilia “ sono al contrario molte le cose che ci uniscono” riferendosi al Veneto e alla Sicilia, ed è chiaro il rimando culturale, la profonda radice / matrice cui tutti noi italiani attingiamo e che fa di questo linguaggio teatrale di burattinai e pupari un linguaggio universale, pur nella propria caratterizzazione, capace di travalicare le singole realtà e anche le frontiere.

Personalmente, date le tematiche affrontate negli spettacoli dell’importante e nota Compagnia palermitana, non posso non pensare di come la mafia oggi sia tutt’altro che patrimonio esclusivo siciliano e probabilmente gli spettacoli offerti dalla Compagnia operano un risveglio delle coscienze, su questo tema attuale e scottante, quantomai opportuno anche nel nostro nordest.

Emanuela Dal Pozzo