A VERONA “MEZZANOTTE PER AMAR” DELLA COMPAGNIA TEATRO LABORATORIO/TEATRO SCIENTIFICO. RECENSIONE

Un “divertissement” intelligente. Un poliedrico “centone” letterario sull’attrazione (più o meno fatale) che lega un uomo a una donna (e viceversa).

Mezzanotte per amar”, lo spettacolo di Isabella Caserta e Francesco Laruffa, prodotto dalla Compagnia Teatro Scientifico Teatro Laboratorio nell’ambito del progetto “amorlietomalatonegato”, visto il 12 ottobre nella sala del Teatro Laboratorio all’ex arsenale asburgico di Verona, mantiene ciò che già il titolo lascia intuire: un viaggio semiserio e ironico, addolcito da qualche nota di delicata introspettività, tra i variegati meandri dell’amore.

Il percorso si snoda, tappa dopo tappa, interpreti gli stessi Isabella e Francesco, scandito da monologhi, brani letterari, epistolari, dialoghi teatrali di poeti, drammaturghi, scrittori.

Da Catullo, che all’amata chiede mille e ancora mille baci; a Sibilla Aleramo, che intreccia missive amorose con Dino Campana, passando per Shakespeare e i battaglieri Caterina e Petruccio, e la Commedia dell’Arte, con la brillante “tirata” di una servetta recuperata da un “canovaccio”. Fino alla contemporaneità con deliziosi dialoghi e monologhi caustici, sarcastici, fulminanti. Evocano amori appassionati, romantici, istintualmente carnali; capricciosi, salottieri, annoiati, vacui, inesistenti. Attraversando epoche e società, che i simpatici e affiatati attori connotano spazio-temporalmente grazie a un semplice ma efficace espediente: cambiando continuamente di costume, in una girandola di abiti, cappelli, cappellini e accessori vari. Coloratissimi e appesi su lunghe rastrelliere, assumono una valenza scenografica, mentre fungono, ad un tempo, da ideali paraventi dietro ai quali cambiarsi e consentendo a regia e recitazione di mantenere un ritmo brillante.

Fondamentale su tutto resta, però, la performance attorale, condita con naturalezza di ironia, autoironia e sottile humour; con l’aggiunta, pure, di qualche passo di tango e di un momento canoro. Felicemente riuscendo ad armonizzare temperamenti e fisicità diverse in una perfetta amalgama di armonia ed equilibrio.

Applausi convinti da parte del pubblico, molto divertito.

Franca Barbuggiani