“OGGI E’ OTELLO” IN CORTE MERCATO VECCHIO DI VERONA

otello2Quante sono le vittime di femminicidio in Italia? Almeno da quando si è incominciato a prendere coscienza e a denunciare il fenomeno? Tante. Sicuramente troppe.

A ricordarle, una per una, comprese alcune veronesi del secolo scorso, ci ha pensato Isabella Caserta che, con Francesco Laruffa, dirige e interpreta “Oggi è Otello”, da William Shakespeare, a Verona in Corte Mercato Vecchio dal 24 al 27 luglio.

Lo spettacolo è prodotto da Teatro Scientifico-Teatro Laboratorio, con il coordinamento di Jana Balkan, per Estate Teatrale Veronese 2018 (organizzata dal Comune di Verona in collaborazione con Arteven, avendo il supporto di Banco BPM, Cattolica Assicurazioni, Sarti Valpolicella) nell’ambito della quale è stato inserito, nella sezione prosa.

Fin dal titolo sottolinea come — dal lontano 1604, quando in epoca premoderna il drammaturgo inglese scrisse la tragedia del Moro di Venezia, ai nostri giorni postmoderni — nulla sia cambiato sotto il cielo delle donne.

“Non è amore” ammonisce Isabella “se non ti crede, non ti ascolta, non ti rispetta; se ti picchia, se ti fa male…”. No, non è amore. E’ solo asserzione di possesso e di controllo. Ma lo spettacolo che, con nobile accorato grido di denuncia e di dolore contro l’ecatombe femminicida, fa parte del progetto “amorlietomalatonegato” ideato da Isabella Caserta, nel quale si analizza l’amore nelle sue varie sfaccettature, non è soltanto una riflessione sul tema della gelosia, ossessione distruttiva e autodistruttiva che si annida nella mente di chi scambia l’amore con la riduzione in schiavitù dell’ oggetto “amato”, magari alimentata dal sospetto insuflato dalla calunnia. E’ anche un’interessante prova teatrale, dove passato e presente, storia e attualità, si intrecciano e interagiscono sulla scena attraverso un fragile sfrangiato diaframma/schermo/siparietto spazio-temporale (direttore della fotografia, Francesco Pireddu; fonico di presa diretta, Daniele Mariotti) mentre, ad un tempo, l’aggancio del mondo della finzione (il palcoscenico) al mondo reale (quello del pubblico) si effettua attraverso una scaletta che porta tra gli spettatori.

E proprio attraverso questa scaletta, indossate le scarpette rosse divenute emblema della lotta al femminicidio, Isabella Caserta/Desdemona, che recita sentitamente regalando momenti di grande coinvolgimento e commozione, entra nel “gioco” tragico.

La pièce — a buon diritto come non mai multimediale – si avvale, inoltre, di un video in bianco e nero girato in un sito d’epoca, dove gli attori (il cast si completa con i bravi Stefania Pepe, Roberto Adriani, Alberto Novarin) interpretano in costume alcuni brani significativi del testo shakespeariano, mentre Isabella Caserta e Francesco Laruffa (ottimo partner) indossano, quando sul palcoscenico, abiti della contemporaneità.

A parte nel finale, quando Isabella, bypassando il diaframma, si presenta nella veste bianca senza tempo della vittima di ogni tempo (scene e costumi di Laboratorio Teatrale).

Successo calorosissimo, ampiamente meritato.

Visto il 24 luglio

Franca Barbuggiani