BOLLE E FRIENDS L’ “ETOILE” ALL’ARENA DI VERONA

Finalmente l’arena piena!!! Uno spettacolo fantastico quello offerto martedì 22 luglio , dopo un’attesa di più di un’ora causa una colpevole pioggerellina autunnale, ai 13 mila spettatori che riempivano l’anfiteatro areniano in ogni ordine di posto.

Certo, Roberto Bolle oltre ad essere un’ ‘etoile’ del firmamento della danza, invidiataci da tutto il mondo, è divenuto anche fenomeno mediatico e questo grazie ad un fisico statuario unito ad una raffinatezza di modi e rigore artistico che un comportamento sociale misurato ed attento ai bisogni degli ‘ultimi’ (è ambasciatore Unicef) coerentemente sigilla ma il fatto , nel suo caso, non è negativo ma anzi può portare a qualche semplice considerazione.

Il pubblico, oggi, sembra sempre più orientato verso scelte, anche di tipo artistico, destinate ad una fruizione veloce e rapida in cui sia la causa che l’effetto siano veloci e superficiali ed in cui domina sempre ed unicamente un certo individualismo nonché una scelta personale esibita e dominante , un narcisismo diffuso insomma, che, partendo dalla frequentazione di un evento, porta ad esaltare ed elevare chi lo frequenta inserendolo in una casta di ‘privilegiati’ ed, indubbiamente, una parte del pubblico presente alla serata è stato spinto proprio da questa motivazione.

La danza, però, è arte ‘diversa’ e richiede un certo tipo di sensibilità, attenzione e rispetto da parte di chi vi assiste, un’attenzione o comunque una precisa scelta che, partendo dalla ricerca del bello si amplia in una sua comprensione più globale, in senso estetico, connotandola come obiettivo di ricerca individuale . Un bello dunque che viene percepito oltre l’aspetto e che diventa un bisogno individuale di equilibrio, eleganza e raffinatezza ricercata nella vita di ogni giorno, dominata e stritolata da ben altro.

L’affluenza di massa allo spettacolo (peraltro molto rigoroso e che nulla concedeva ad effetti plateali ) mostrava dunque, senza ombra di dubbio, che il pubblico di oggi comincia ad essere stufo di pressapochismo ed inutili maschere, ma ha bisogno di autenticità e di bellezza nell’accezione più alta del termine che la danza con il rigore tecnico, l’eleganza nei modi , la raffinatezza formale , la pulizia dei gesti e l’ intensità dell’ emozione comunica direttamente e con grande potenza espressiva.

Nello spettacolo Roberto Bolle & friends l’ ‘etoile’ , circondato da ospiti di altissmo livello provenienti principalmente da American Ballet Theatre di New York (Polina Semionova, Hee Seo, Julie Kent, Sylar Brandt, Daniil Simkin, Cory Stearns) Stuttgarter Ballet (Alicia Amatriain, Jason Reilly) e Boston Ballet (Eris Nezha) ha offerto, alternandosi in bell’equilibrio con gli altri artisti, uno spettacolo di altissimo profilo artistico accostando ai titoli del repertorio (“Lago dei cigni” , “Le Corsaire”, “Romeo e Giulietta”) alcuni classici della coreografia (“Carmen di R.Petit, “Pas de deux” di Cajkovsij di G. Balanchine, “Sinatra Suite” coreografia di Twila Tharp) ed alcune moderne coreografia di grande qualità ed impatto emozionale (“Mona Lisa” coreografia di Itzik Galili e la prima di “Passage” coreografia di Marco Pelle in cui il legmame tra video-comunicazione e realtà si materializza in palcoscenico). Inoltre in programma “Le Bourgeois” con musica di J. Brel e coreografia di Ben Van Cauwenbergh (interpretato da un funambolico Daniil Simkin), “Apothéose” su musica di Beethoven e coreografia di M.Gomez e “Fanfare” LX su musiche di Nyman e coreografia di D. Lee.

Il pubblico, veramente eterogeneo per formazione ed età, che , nonostante la pioggia battente , non ha mostrato alcun tentennamento, ma ha anzi ingannato l’attesa con una festosa ‘Ola’, ha premiato al termine gli artisti con un ‘ovazione interminabile che trasmetteva, sottotesto, un profondo ringraziamente ed il ‘padrone di casa’ , uscendo da solo con grande semplicità e naturalezza a ringraziare il pubblico, che con tanto affetto lo aveva seguito, contraccambiava con altrettanta affettuosità le numerose chiamate confermando una limpidezza e naturalezza di comportamento che non può non essere, ancora una volta, segnalata.

Uno spettacolo, dunque, che ha contribuito a portare la danza, che davvero dovrebbe trovare un suo spazio in arena, vicina alla gente comunicandone, con un messaggio di grande rigore tecnico ed artistico, l’ emozionale afflato universale … e non è poca cosa!!!

SILVIA CAMPANA