METAMORFOSI AL CAMPLOY DI VERONA. RECENSIONE

Non vorremmo parlare di teatro amatoriale, lo abbiamo detto più volte, di norma gli spettacoli d’intrattenimento per chi li agisce e chi li guarda si esauriscono all’interno dei propri circuiti.

Ma quando uno spettacolo rientra nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese, seppur in scena al teatro Camploy, spazio “ minore” rispetto al Romano che di norma accoglie le Compagnie più affermate, e nella presentazione cita modalità nuove di approccio alla scena, legate all’improvvisazione teatrale “libera ed espressiva”, citando nomi sacri nell’ambito della ricerca teatrale quali Stanislavskij, Grotowski, Strasberg e Brook, non può non muovere la nostra curiosità.

Così il 14 luglio 2014 abbiamo assistito alla prima nazionale di “ Metamorfosi” Improvisation- Parte terza, terza ed ultima parte della “saga” teatrale della Compagnia Punto in Movimento diretta da Roberto Totola, che ne firma anche la regia, carichi di aspettative data la presentazione, ben presto disattese nel corso della, fortunatamente breve, piece.

La drammaturgia si sipira allla Metamorfosi di Kafka: il protagonista svegliandosi si trova trasformato in insetto, nuova condizione che lo obbliga a movimenti del tutto diversi e lo intrappola in camera, prigioniero di se stesso, nella meraviglia, disappunto e infine angoscia dei propri familiari.

L’idea è suggestiva e sarebbe stata ricca di risvolti e di rimandi, di metafore e di citazioni, se solo fosse stata minimamente approfondita una drammaturgia mai invece realmente sviluppata.

Lo spettacolo così si muove su un unico piano e l’unica azione degna di nota diventa lo scorrimento di una porta su rotelle a segnare il passaggio del tempo e la delimitazione dello spazio, costante ritmica in accordo alla colonna sonora velatamente ironica e altrettanto costantemente presente.

Quanto al resto rimane ben poco. Citiamo gli interpreti: Edoardo Brugnera, Marina Furlani, Franca Zanetti, Giulia Gurzoni, Giancarlo Ballesini, Isabella Rossi.

Gli attori che fanno da corollario, tra i quali la sorella, i genitori, la domestica e il principale del protagonista, sembrano figurine disegnate nello sfondo, bambole impersonali ed inespressive, che se da un lato possono risultare piacevoli sul piano estetico e bene accordate alla essenziale scenografia ma di gusto, scenografia anch’essi, poco sembrano c’entrare con la libera ed espressiva improvvisazione teatrale vantata, né denotano un rigore nella delineazione del proprio carattere: qualsiasi scelta fatta va portata fino in fondo senza imprecisioni e sbavature.

In realtà la vera improvvisazione sembra venire affidata al protagonista: l’insetto, che probabilmente improvvisa i propri movimenti in scena, più impegnati nella descrizione del suo stato fisico e psichico che non indirizzati ad azioni sceniche significative, errore interpretativo del termine “improvvisazione”, alla luce dei “nomi” citati.

Non significativa la parte recitata, il cui appoggio “tecnico” o presunto tale, toglie ogni reale capacità espressiva ai personaggi, protagonista compreso, che non perde la propria rigidità interpretativa nemmeno nelle posture più scomode.

La sensazione complessiva è di freddezza mista a noia per una messa in scena tirata: un’ora in cui non succede nulla di significativo e in cui la stessa scena, pur arricchendosi di elementi (d’impatto il lancio dalle quinte di scatole e indumenti), non muta sostanzialmente mai.

Vorremmo sottolineare ancora una volta che le capacità tecniche non sono il fine ma lo strumento per affinare sempre più quella verve comunicativa, come ci insegnano i maestri, che dà senso al teatro: incontro emozionale tra scena e pubblico, condizione difficilmente realizzabile senza un reale stato di” necessità” da parte degli attori, leit motiv di molti direttori artistici che abbiamo intervistato. ( vedi intervista esemplificativa Andrea Brunello)

Lo spettacolo, in replica il 15, il 16 e il 17 alle ore 21 al Camploy di Verona, fa parte del ciclo di spettacoli in scena al Camploy dal 5 al 26 luglio, previsti all’interno dell’Estate Teatrale Veronese, e si affianca a due produzioni dell’AIDA Teatro Ragazzi e a quella del Teatro Scientifico, quest’anno in co-produzione con altre tre compagnie: Babilonia Teatri, F.lli Dalla Via, Compagnia Stefano Cenci.

Emanuela Dal Pozzo