L’IDIOTA DI DOSTOEVSKIJ AL TEATRO SCIENTIFICO DI VERONA. RECENSIONE

Uno dei capolavori della letteratura russa “ L’Idiota” di Dostoevskij è stato portato in scena dall’attore, scrittore e regista Corrado Accordino al Teatro Scientifico di Verona: un lungo monologo che delle seicento pagine del romanzo ha scelto un capitolo e ci ha narrato la storia di Marie, personaggio che il protagonista incontra durante un viaggio.

Con una premessa sulla pena di morte che ci induce a riflettere sul corpo e sull’anima, tema caro a Dostoevskij, Accordino ci dà uno spaccato dell’infelice vita di Marie, giovane donna gracile di costituzione e sfortunata, sedotta e poi abbandonata perfino dalla madre che la ripudia quale figlia dopo il disonore, sbeffeggiata ed isolata da tutto il paese.

Tra Marie e il principe Myskin, malato d’epilessia e dal pensiero infantile, per queste ragioni considerato” idiota”, nasce una complicità ed un’amicizia fondate sulla pietà, altro tema caro allo scrittore, che suscitano scherno e scandalo nel paese.

Il protagonista viene accusato di traviare con il suo esempio i giovani, gli unici capaci di avvicinarsi a Marie con animo puro, grazie ai quali Marie, solo alla fine della propria misera vita, potrà godere del saluto e della compagnia.

La messa in scena, nella scelta tematica e di testo , focalizza l’attenzione sulla gratuita cattiveria della gente, frutto di superficialità e di pregiudizio, pronta a sacrificare la vita del più debole o del più disarmato.

Se il tema ci sembra quantomai attuale nei quotidiani atti di bullismo cui assistiamo, altrettanto ci pare calzante nella descrizione di una società che parrebbe quella attuale, nella quale l’indifeso o il diverso soccombono.

Interessante l’interpretazione di Accordino, capace di restituirci immagini durante il monologo. Interessanti la ricerca della parola e del gesto, capaci di affondare nelle emozioni profonde, fino a diventare atto aggressivo “spudorato” nei confronti di un pubblico che non può rimanere indifferente al racconto di ciò che succede e che in finale viene provocatoriamente direttamente additato come portatore di pregiudizio: “ tu pensi che io sia un idiota….tu pensi che io sia intelligente….”.

Uno spettacolo estroverso cui il pubblico ha reagito con favore.

Emanuela Dal Pozzo