RACCONTI. INTERVISTA A NICOLA GUERINI

Nicola Guerini è nato a Verona, ha studiato Pianoforte, Organo e Composizione organistica, Direzione d’orchestra e Composizione al Conservatorio C. Pollini di Padova e al Conservatorio G. Verdi di Milano, perfezionandosi con U. Rotondi, S. Gorli, e F. Donatoni. Viene selezionato per il Master Internazionale di direzione d’orchestra, intitolato a Franco Ferrara, sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica tenuto da Luis Salomon dal 1997 al 1999. Si perfeziona successivamente presso l’Accademia Chigiana con G. Gelmetti, il Mozarteum di Salisburgo, l’Accademia Pescarese con Donato Renzetti, che segue in produzioni in Italia e negli Stati Uniti, e il Master of Arts in Music conducting presso la Musikhochschule a Lugano (Svizzera) con Giorgio Bernasconi e Arturo Tamayo.

I suoi molteplici interessi in ambito musicale lo hanno condotto ad occuparsi dell’interpretazione e della prassi esecutiva del repertorio classico, romantico e del Novecento storico e contemporaneo nel ruolo di strumentista e direttore. E’ autore di composizioni come Philos (Concerto per pianoforte ed orchestra), Xanon (Musica per un balletto immaginario), Toccata per sette strumenti, Poesia in forma di Rosa su testo di Pasolini e di saggi sulla tecnica compositiva contemporanea.

A 24 anni, in veste di compositore e direttore d’orchestra debutta al Teatro Nuovo di Verona con l’opera Zabok, commissionata dalla Fondazione Arena di Verona. Nell’estate del 1995 è assistente Hospitant del direttore d’orchestra austriaco Ralf Weikart al Teatro Municipal Victoria Eujenia di S. Sebastian (Spagna) con l’opera “Die Zauberfloete” e nel 1996 con l’opera “Die Entfuhrung aus dem Serail” di W. A. Mozart, al teatro V. Bellini di Catania con la regia di G. Strehler.

Dal 1999 la sua attività artistica lo vede impegnato in Italia, Svizzera, Francia, Rmania, Russia e Austria con orchestre tra le quali l’Orchestra Divertimento Ensemble, la Mozart Chamber Orchestra, l’Ensemble 900 di Lugano, l’Orchestra Sinfonica di Roma, la Targu Mures Philarmonic Orchestra, l’ICARUS Ensemble, la Wurttembergergische Philarmonie Reutlinger, la S. Petersburg State Symphony, la Sofia Philarmonie e i Berliner Symphoniker.

Nel 2007, con soli altri tre candidati nell’intera Comunità Europea, ha vinto la selezione del Progetto Giovani Direttori d’Europa 2007 , presso la Scuola di Alto Perfezionamento di Fiesole. Nel 2010 ha diretto presso la sede della Radio Svizzera Italiana, ospite del festival Novecento e Presente e ha collaborato con l’Accademia del Teatro alla Scala. E’ stato invitato dall’Accademia Filarmonica di Verona per “Il Settembre dell’Accademia” nelle edizioni 2010 e 2011 e ha debuttato con successo nella Sala Nazionale di Stato della Sofia Philarmonie con la Sinfonia n. 4 di G. Mahler. E’ tornato a “Il Settembre dell’Accademia 2013” di Verona con la Zagreb HRT Symphony Orchestra, con cui ha debuttato nella Vatroslav Lisinski Concert Hall a Zagabria.

E’ stato inserito nei protagonisti 2013 per la X edizione dell’Excellence Book per la sua attività artistica.

Dal 2013 e’ Presidente del Festival Internazionale Scaligero Verona “Maria Callas” e dal 2012 è stato delegato da Marica Franchi Maag, in qualità di Presidente e direttore artistico, alla tutela e gestione organizzativa e artistica del Fondo musicale “Peter Maag”.

Nel gennaio 2014 ha registrato per l’etichetta Naxos il Poem of Dawn e The Requiem Holocaust di Boris Pigovat con la Zagreb HRT Symphony Orchestra.

Attualmente è impegnato in collaborazioni artistiche in Italia e all’estero.

La prima domanda, M° Guerini, vuole subito considerare quanto e in che modo la nostra formazione affettiva possa influenzare le nostre scelte. Lei è nipote del celebre pittore Aldo Tavella, figura significativa nel panorama pittorico veronese novecentesco: l’essere nipote d’arte quanto ha segnato, da ragazzo, il suo modo di affrontare il mondo della musica e, se ci sono, quali caratteristiche della potente personalità di Suo nonno ritrova in se stesso?

Ho sempre respirato l’amore per l’Arte nell’atelier del nonno, il pittore Aldo Tavella, figura indubbiamente importante per la città di Verona e l’ambiente pittorico italiano. Lui e’ stato il mio mentore. I suoi insegnamenti, uniti alla sua capacita’ di ascoltare, mi hanno trasmesso quella pulsione di ricerca continua verso la Bellezza, che e’ vitale per il mondo dell’arte.

Lui si lego’ moltissimo a me, forse perchè percepiva una sensibilità affine alla sua: quando insegnava ancora all’Accademia di Belle Arti “Cignaroli” di Verona (dove è stato anche Direttore), io ero bambino e andavo ad assistere alle sue lezioni. Ricordo ancora l’odore del colore nelle sale dell’Accademia in cui lui parlava d’arte, di musica e di letteratura. Devo davvero molto a lui e all’educazione che mi ha trasmesso. Andavamo spesso a teatro insieme e sempre lui mi ha regalato le prime partiture.

Possiamo dunque dire che ha contribuito a sviluppare in Lei la dedizione all’arte dei suoni?

Credo che il suo insegnamento più importante sia stato il saper ascoltare sempre senza pregiudizi, costruendo gradualmente una volonta’ basata sul rispetto e l’amore per la Bellezza.

Passiamo ora ad un altro tema che mi preme affrontare con Lei: in questo momento assai difficile per il panorama teatrale contemporaneo, l’obiettivo principale dei teatri e’ formare un nuovo pubblico e cercare quindi di far conoscere ai giovani una realta’ spesso considerata lontana da loro. Quali potrebbero essere, per lei che è un Maestro giovane, le strategie per avvicinarli alla magia del teatro?

Rispondo tenendo presente che l’obiettivo di ogni artista dovrebbe essere quello di coltivare il bambino che vive dentro di noi, con tutte le sue curiosità e le sue meraviglie.

… certo Maestro, questo per me e per Lei è comprensibile, ma ai ragazzi come lo facciamo capire?

Oggi ci sono vari modi che possono stimolare la conoscenza dell’arte. Un tempo il teatro era il punto di riferimento per tutti, mentre oggi i canali per incontrare il mondo artistico si sono centuplicati. Si pensi alle possibilità della rete….

… ma la rete e’ piatta, non trova ?

… certo, ma come strumento d’informazione è fantastico! Quand’ero ragazzo c’era il teatro, il disco o la radio; oggi, con un semplice gesto, a casa propria e in tempi brevissimi, ci si può informare e conoscere cose molto diverse tra loro.

Il “live” rimane pero’ la scelta migliore, perchè crea una vibrazione unica tra chi fa arte e chi la riceve. Penso che oggi le possibilità di divulgazione siano indubbiamente superiori ad un tempo. Ma percezione e conoscenza artistica non equivalgono a “consapevolezza artistica”. Secondo me solo quest’ultima ci riporta all’interno di un museo, a riascoltare un brano… insomma alla frequentazione dell’arte come cammino, meraviglia, pensiero, comportamento e cultura. L’arte e’ un atto d’amore e noi abbiamo l’obbligo di difenderla da ciò che si traveste per assomigliarle. La cosa fondamentale, ripeto, è mantenere il “senso di meraviglia” che, secondo Goethe, è “la parte migliore dell’uomo”.

… e quale messaggio trova sarebbe il più indicato a tale scopo?

L’arte è fatta di energie, di pulsazioni, contrasti emotivi ed è chiaro che il pubblico, giovane o adulto che sia, ne rimanga affascinato. La musica e’ accessibile a tutti attraverso la percezione ma e’ viaggiando con lei, con i suoi comportamenti e i suoi pensieri, che entriamo in empatia con il suo battito cardiaco, cancellando ogni barriera o stereotipo. E’ come frequentare una persona che ci affascina, di cui poi ci innamoriamo e che vorremmo seguire ovunque.

… quindi secondo lei e’ importante coinvolgere i bambini in un processo educativo che dia risalto all’immaginazione?

… i bambini sono sempre curiosi e liberi nell’apprendere. Hanno molta voglia di essere coinvolti, ma facilitare troppo il gioco può rivelarsi a volte controproducente: togliere per non spaventare è un errore … oggi ci si muove tra proposte di nicchia o, all’opposto, di puro divertimento: liberare l’ “ascolto”, stimolando l’immaginazione penso sia la strada piu’ stimolante.

Quanto è importante per un Direttore d’orchestra la formazione, che solo la maturazione può dare, per affrontare determinate partiture?

Ho sempre considerato la direzione d’orchestra una sorta di Summa di tutto ciò che un musicista deve sapere. Il direttore non e’ colui che dirige il “traffico” musicale, ma chi ritrova il respiro che c’è dietro al gesto compositivo. Mahler diceva: ” Nella partitura e’ scritto tutto tranne l’essenziale”. Il lavoro del direttore e’ conoscere perfettamente la sostanza di cui e’ fatta l’opera, dal modo in cui si mescola la vernice al motivo per cui un colore deve essere più illuminato di un altro, dalla prassi esecutiva alla ricerca e scoperta del “fuoco sacro”. Le diverse letture che affrontiamo nel nostro cammino artistico ci mostrano la capacita’ di un’opera di comunicare sempre con noi, oltre il tempo, indicandoci di continuo contenuti nuovi e nuovi percorsi d’indagine. Un classico della letteratura, ad esempio, sa trasmetterci qualcosa di nuovo ad ogni lettura, avvenga essa da giovani o in eta’ più consapevole. Il filo conduttore si modifica continuamente attraverso l’esperienza. La vita intera è una frequentazione parallela e incrociata di esperienze, volute e non, che portano a leggere e fissare ciò che facciamo con un determinato slancio, battito cardiaco o respiro. Il talento e’ importante ma la dedizione deve essere assoluta. Penso che il compito del Direttore d’orchestra sia simile a quello del restauratore, un restauratore di “suoni” perduti che restituiscono il tessuto e la trama da cui nasce una partitura.

… questo non può farlo anche un giovane talento dotato di una sensibilità particolarmente attenta ?

… certamente , ma gli esseri umani si manifestano secondo il parametro comune alla musica: il tempo. Piu’ ascoltiamo il canto della vita più disponiamo di strumenti per leggere in profondita’ il significato del segno musicale. Diversamente sarebbe come leggere un libro in un’altra lingua, per comprendere il quale ci si basasse sulle figure …

Come vede il pubblico di oggi?

Oggi osserviamo spesso uno scollamento tra chi fa musica e chi la fruisce. Per questo motivo, a mio parere e’ importante l’aspetto della divulgazione. Non bisogna aver paura di prendere per mano il pubblico e spiegargli le articolazioni del linguaggio musicale. Quando un musicista e’ animato dalla passione e dal rispetto per l’arte, la platea lo sente e lo segue; se, al contrario, questo slancio non c’è, sarà più difficile di la’ dalla preparazione tecnica.

Da una sua felice idea, lo scorso anno è nata a Verona la prima edizione del “Festival internazionale Maria Callas”, con svariati appuntamenti culturali sulla figura artistica del grande soprano greco. Ce li potrebbe ricordare?

Il 2 dicembre 2013 è nata la prima edizione del Festival Internazionale Scaligero Maria Callas Verona. Scopo dell’iniziativa, organizzata con il patrocinio del Comune di Verona in collaborazione con l’Accademia Filarmonica di Verona, la Fondazione Arena di Verona, l’Associazione Verona Lirica, la Società di Belle Arti, la Fondazione Giorgio Zanotto e la Fondazione Accademia di Belle Arti di Verona, è creare una proposta che metta la città di Verona in contatto con tutte le realtà che hanno conosciuto e amato la grande artista. Il Festival Internazionale Scaligero Maria Callas si svolgerà ogni anno scandito da due date importanti: il 2 dicembre 1923, giorno della nascita (quest’anno ricorre il 90° compleanno) e il 2 agosto 1947, data del debutto areniano nell’opera “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli. Il Festival, che quest’anno porta il motto “Happy Birthday Maria Callas! Nascita di un mito”, intende tracciare il ritratto della grande cantante sotto diversi profili artistico-professionali, con contributi che saranno raccolti in un volume, pubblicato ad ogni edizione. L’iniziativa vanta collaborazioni prestigiose con i musicologi Philip Gossett, Elvio Giudici, Giancarlo Landini, Enrico Girardi e Giovanni Gavazzeni e un comitato artistico di eccellenza, come il Presidente Onorario, il regista Franco Zeffirelli e la madrina, il celebre soprano Cecilia Gasdia. Tra le iniziative promosse del Festival c’è la seconda edizione del Concorso Internazionale Scaligero Maria Callas, che iniziera’ il 28 luglio e si concludera’ venerdì 1 agosto 2014 presso il Teatro Filarmonico di Verona. Sul palcoscenico dell’Arena, verrà consegnato il Premio alla Carriera “Maria Callas” al celebre regista Franco Zeffirelli, che collaborò e fu molto legato all’artista. La data prevista è sabato 2 agosto 2014, prima della recita di Turandot: la serata coinciderà così con l’ultima replica dell’opera di Puccini (quest’anno in Arena con la regia di Zeffirelli). In collaborazione con la Fondazione Accademia di Belle Arti di Verona e la Società di Belle Arti di Verona si terrà inoltre il Concorso internazionale di arti figurative “Vissi d’arte”. Il primo premio della sezione scultura sarà consegnato a Franco Zeffirelli, insieme al Premio Internazionale alla Carriera “Maria Callas”.

Quali i suoi prossimi impegni M. Guerini?

In collaborazione con la Società Letteraria di Verona, sto curando il ciclo integrale delle Sinfonie e dei Lieder di Gustav Mahler, un lavoro tra musica, letteratura e filosofia che è iniziato l’anno scorso e proseguirà nel prossimo, una parte del quale è apparsa nel “Bollettino” della stessa Società  Letteraria.

Oltre alla prossima uscita del CD per l’etichetta Naxos su musiche di Boris Pigovat, affianco la mia attività concertistica con quella di direttore artistico del Fondo Peter Maag, di cui sono sono direttore artistico e presidente dal 2012.

Tra le numerose iniziative del Fondo, quest’anno è già avviato un ampio progetto in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma e la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, che arriverà fino al 2019 (centenario della nascita di Maag), intitolato “The Symphonic Sound of Romanticism – Theory and Pratice of Conducting in the 20th Century” (Il suono sinfonico del Romanticismo – Teoria e pratica della direzione d’orchestra nel ventunesimo secolo). Il progetto coinvolge nomi prestigiosi della musicologia internazionale.

Sempre quest’anno riprenderà vita “La Bottega”, lo storico laboratorio lirico pensato da Peter Maag, adesso guidato dall’esperienza di una bacchetta importante quale Donato Renzetti, con cui collaboro da diversi anni.

SILVIA CAMPANA