“CUOR” CON NORA FUSER AL TEATRO A L’AVOGARIA DI VENEZIA.RECENSIONE

Magistrale interpretazione attoriale quella di Eleonora Fuser, unica interprete di “Cuor”, in scena al Teatro a L’avogaria di Venezia l’8 e il 9 marzo 2013.

Lo spettacolo ripercorre la vita di Clementina Cavalieri detta Rina, nata nel 1914 in una delle zone più popolose di Venezia, prima lavoratrice di perle, poi aiutante in un laboratorio di scialli, infine operaia all’arsenale di Venezia durante la guerra: un testo ricco e colorito, in dialetto veneziano, tratto dalle interviste rese dalla donna tra il 1986 e il 1990 e ricomposto per la scena da Sandra Mangini, che ne cura anche la regia.

Una lezione attoriale quella dell’attrice protagonista che conduce il monologo in una danza dialogo con se stessa, e durante il quale finalmente viene restituito al ritmo teatrale il suo senso, di cui i cambi di direzione, le impennate e soprattutto le pause significanti ne costituiscono l’ossatura.

Una presenza scenica curata nei dettagli, in cui nulla viene affidato al caso – così come dovrebbe essere sempre sul palcoscenico- , di certo un’interpretazione in cui riconosciamo il profondo lavoro d’analisi e di sintesi attoriale, indoviniamo dovuta, oltre che alla lunga e variegata esperienza di palcoscenico dell’interprete, a quella ricchezza di linguaggio del corpo che è la “Commedia dell’arte”, formazione prima di Eleonora Fuser.

Il testo indugia sui ricordi di Rina e della sua gioventù, su speranze tradite e scelte obbligate, ma mira soprattutto a sottolinearne la forza di carattere e la sua insopprimibile intolleranza verso i sorprusi di potere, sulla sua naturale voglia di vivere e sulla sua potente capacità di “aggregare”, di comunicare, di testimoniare, fino ai suoi ultimi anni di battaglie vinte per l’ utilizzo di spazi ricreativi in Venezia, in cui la gente si incontra, complici i numeri del “caso” e della tombola.

E’ anche un pretesto per dare uno sguardo d’insieme alla città di Venezia, tra modi di dire di senso comune, abitudini, pettegolezzi e maldicenze popolari che più che offendere fanno sorridere, accompagnati nello sfondo dai canti del coro “Calle delle Perlere” a cura di Giuseppina Casarin.

Infine uno spettacolo ricco di umanità, di immediatezza empatica, di estroversa comunicativa, capace di interagire, anche attraverso l’arte dell’improvvisazione, con il pubblico, creando quell’atmosfera di complicità necessaria nel reciproco scambio e che ci pare tradisca il significato primo di questo spettacolo, un regalo alla città e alle origini veneziane dell’attrice.

Eleonora Fuser, diplomatasi alla Scuola di Antropologia Teatrale diretta da Eugenio Barba ISTA Volturno Siena nel 1981, è fondatrice della Cooperativa TAG Teatro di Venezia, diretto da Carlo Boso, allievo di Giorgio Strheler. Attrice del Teatro Stabile del Veneto diretto prima da Giorgio Gaber, poi da Giulio Bosetti, con il quale collabora a più allestimenti, ha anche lavorato con il Teatro stabile di Innovazione di Trieste e con il Teatro Stabile di Bolzano.

Attualmente è docente di Commedia dell’Arte al Teatro a l’Avogaria di Venezia.

Emanuela Dal Pozzo