LA LOCANDIERA DI GOLDONI AL TEATRO NUOVO DI VERONA.RECENSIONE.

locandiera10Che dire de “La locandiera” di Carlo Goldoni (prima rappresentazione a Venezia nel 1753) che non sia già stato detto? Prototipo di un femminismo ante litteram (onore al merito di Goldoni!) e della donna imprenditrice (senza rinunce nei confronti della dignità e delle prerogative tipicamente femminili) che molto avrebbe tuttora da insegnare a qualche omologa/o contemporanei?

Meglio parlare della locandiera versione Amanda Sandrelli ( nei panni della protagonista) nell’adattamento e drammaturgia di Francesco Niccolini, prodotto da Arca Azzurra Produzioni e Teatro Stabile di Verona per la regia di Paolo Valerio e dello stesso Niccolini, vista il 20 novembre al Teatro Nuovo di Verona, quale secondo appuntamento (20-25 novembre) della rassegna “Il Grande Teatro” organizzata dal Comune scaligero e dal Teatro Stabile di Verona, con il contributo di AGSM, main partner UniCredit, official partner Santi.

Una locandiera che, scrollate di dosso le stucchevoli incrostazioni della femmina tutta brio ed esuberanze da cortigiana dell’aia, prende vesti combattive (e autoritarie) di chi da sempre è abituato a combattere su ogni fronte per la propria dignità e indipendenza.

Affiatato il cast: Alex Cendron (cavaliere di Ripafratta), Giuliana Colzi (Deianira), Andrea Costagli (marchese di Forlipopoli), Dimitri Frosali (conte d’Albafiorita), Massimo Salvianti ( Fabrizio), Lucia Socci (Ortensia). locandiera13

Con questa impostazione così moderna del personaggio, al quale Amanda Sandrelli conferisce credibilità attraverso una recitazione spigliata e naturale, venata un po’ di ironia, un po’ di tristezza (con riscontro anche nelle musiche di Antonio Di Pofi) dialogano a contrasto la regia, che rimanda a canoni scenici dell’epoca – ripresi anche in chiave parodistica nei movimenti di scena di Monica Codena, oltre che talora nella gestualità attorale – e i costumi, pure d’epoca, di Giuliana Colzi, mentre le scene di Antonio Panzuto, con la loro geometrica essenzialità sottolineata dalle luci piatte di Marco Messeri, ne ribadiscono l’attualità.

Il pubblico applaude convinto e divertito uno spettacolo di buona fattura e di buon ritmo.

.Franca Barbuggiani