L’EDMUND KEAN DI GIGI PROIETTI ALL’ESTATE TEATRALE VERONESE

04_proietti_kean_®MarcoBorrelliIn un’ottica innovativa rispetto a quella che ha caratterizzato le edizioni precedenti del Festival Shakespeariano nell’ambito dell’Estate Teatrale Veronese, questa edizione 2018 introduce testi non propriamente attribuiti al Bardo inglese, se pur di soggetto shakespeariano. E’ il caso dell’ “Edmund Kean” (in cartellone dal 4 al 7 luglio) presentato in apertura della settantesima stagione di prosa in riva all’Adige.

Si tratta di un testo scritto da Raymond FitzSimons per Ben Kingsley (premio Oscar 1983 quale migliore attore nel film “Gandhi” del regista Attenborough) che Gigi Proietti, in veste di attore e regista, riprende e adatta quale omaggio all’omonimo attore inglese dell’Ottocento, vissuto tra il 1787 e il 1833, celebrato dapprima come straordinario Arlecchino e quindi come il più grande attore shakespeariano del suo tempo. Personalità quali Byron, Victor Hugo e Alexndre Dumas lo considerarono un autentico genio. E da classico genio minato da sregolatezza fu anche la sua vita, fino all’autodistruzione.

Tecnicamente si tratta di un monologo, ma con l’aiuto di Cappellini & Licheri, per scene e costumi, delle luci di Umile Vainieri e del progetto fonico di Franco Patimo, ambirebbe dichiaratamente a divenire un vero e proprio spettacolo cercando, tra l’altro, di dare l’impressione di più di un protagonista in scena.

Non è proprio così, ci è sembrato, soprattutto per l’esile struttura drammaturgica del testo che ripercorre — in tenue bassorilievo più che in plastico sbozzo scultoreo — vita privata e vita artistica di Edmund Kean, paratatticamente accostando e talora sovrapponendo momenti biografici del protagonista e significativi passaggi shakespeariani.

Attore e ruoli, nel camerino del backstage, si esplicano e si illuminano reciprocamente, fino a confluire in una simbiosi non facilmente districabile. Lo spettacolo, comunque, c’è. Ma il merito è tutto di Gigi Proietti, versatile e poliedrico, scenicamente e vocalmente. Che ha convinto in una notevole prova attorale, superata in bellezza, da autentico mattatore.

Inevitabile, quasi scontata, la standing ovation finale da parte del folto pubblico.

Visto il 4 luglio.

Franca Barbuggiani