LA MOSTRA DI ARTE CONTEMPORANEA A VILLA PISANI (LONIGO): NICOLA CARRINO E ARCANGELO SASSOLINO

Inizia l’estate e l’occasione è ghiotta per proporre nuovi progetti espositivi che, nel caso di villa Pisani, si affiancano alla visita della storica residenza palladiana di villa Pisani, adagiata lievemente sul fiume Guà. Non è proprio facilissimo raggiungere questa bella magione: da San Bonifacio conviene puntare verso Santo Stefano di Zimella, dopo il paese si entra nel vicentino e proprio prima del ponte sulla destra troviamo la villa. Abbiamo potuto fare la visita in piena solitudine, godendo appieno di quella che sembra una vibrazione mistica che emana dalla dimora cinquecentesca.Venendo all’oggetto della mostra vengono presentati due artisti appartenenti a due diverse generazioni/tematiche/stili, Nicola Carrino nato nel 1932 a Taranto alfiere del minimalismo anni 60 (gruppo 1 di Roma dal 1962 al 1967 con, tra gli altri, Uncini e Biggi) e Arcangelo Sassolino 1967 di Trissino, che ha studiato 6 anni negli Stati Uniti, artista che sa forzare la materia al limite estremo delle sue possibilità (belli i filmati su You Tube). Di Carrino vengono presentati dei parallelepipedi con superfici varie (corten,inox,grigliato) a grande dimensione messe nel giardino come delle presenze progettuali e reali che vorrebbero porsi in dialogo con l’architettura di Palladio. Nelle cantine della villa si propongono inoltre
 trasformazioni
 possibili
 del
 Costruttivo
1/69 
in
 32 
moduli 
scalari,
disposti 
in 
sequenza
 variabile. Originale la scelta dei nomi delle opere: Costruttivi,
 Trasformabili,
 Decostruttivi,
 Ricostruttivi, nomi che tentano di marcare una singolarità concettuale del suo minimalismo. Buone presenze nei musei e proposto da gallerie di nome tra le quali A Arte Invernizzi che ha collaborato al progetto.

Più rarefatta la presenza in mostra di Arcangelo Sassolino, già conosciuto come l’autore del monumento allo sfortunato motociclista Simoncelli (una specie di bruciatore sputafuoco che alla Domenica si accende per 58 secondi, vedi http://www.insella.it/news/marco-simoncelli-coriano-ogni-domenica), trattato dalla galleria Continua. Due ritratti fotografici ravvicinati giganti dei padroni di casa stampati su lamiera, si ripropone l’estetica iperrealista con un passo all’indietro: dal dipinto si ritorna alla fotografia. Significativo il lavoro della lamiera con macchine a attrezzi da carpenteria, sottolineando così la sua tematica principe: gli equilibri, le tensioni e il loro limite. L’artista con aggiudicazioni multimilionarie Jeff Koons, in una intervista ha detto:“Nel mio lavoro ci sono diversi aspetti, luci e ombre, il punto è sempre la ricerca dell’ equilibrio. Le mie prime installazioni erano su questo. I palloni da basket che galleggiano in acqua distillata riguardano spinte e contro-spinte, forze contrapposte che cercano un equilibrio. È di questo che parla Sartre, fra gli autori che amo di più: della nostra esistenza, della vita e della morte” (la Repubblica 5/8/2011). Ed è di questo che parla a mio avviso non solo l’ arte di Koons ma anche quella di Sassolino che come molti artisti importanti cerca di mettersi dalla parte dello spirito del tempo. La sua opera non è comunque di quelle che facilmente si pongono in un appartamento, richiedono adeguati spazi e attenzioni tecniche, si potrebbe dire un artista che lavora principalmente per i musei .

Sanmicheli

SEDE:
Villa 
Pisani 
Bonetti,
Via
 Risaie
1,
Bagnolo
 di 
Lonigo
(Vicenza )


PERIODO 
ESPOSITIVO:
 15
 giugno
–
8
 novembre
 2014



PER 
INFORMAZIONI: 
www.villapisani.net

‐
tel.
0444
831104 fax
 0444
835517
‐
villapisani.mostre@alice.it


ORARI:
da
 lunedì
 a 
venerdì
 15‐17, 
sabato
10‐12, 
la 
prima
 domenica
 di 
ogni 
mese
10‐12,
tutti 
i 
giorni
su
 appuntamento.

VILLA PISANI A BAGNOLO DI LONIGO

ARCHITETTO ANDREA PALLADIO – SEC XVI

NOTE STORICHE

Villa Pisani di Bagnolo di Lonigo, progettata da Andrea Palladio fin dal 1541, data del ritorno dal suo primo viaggio a Roma, e costruita tra i 1544 e il 1545, è forse l’opera più rappresentativa del periodo giovanile della sua attività. Con essa inizia la gloriosa collaborazione del Palladio con la Serenissima.

L’autore teneva in tanta stima questa sua opera e in tale considerazione il potere dei committenti, i Pisani, da aprire con essa la sezione dedicata alle “Case di Villa” nel suo famoso trattato: I Quattro Libri dell’Architettura (Venezia 1570). Secondo quanto riportato, l’edificio avrebbe dovuto avere due facciate principali, delle quali quella verso il fiume, con i grandiosi fornici in bugnato rustico, si può tuttora ammirare nella sua integrità.

Le caratteristiche principali di questa Villa sono collegabili al viaggio che poco prima della sua costruzione il Palladio fece a Roma, dove vide di persona i resti della Roma Imperiale che fino a quel momento aveva solo studiato sui libri. Per la prima volta, infatti, non usa nel salone centrale il classico soffitto piano e ligneo, ma crea questo spazio unico nella storia delle sue opere, con un ardito e arioso incrocio fra una prima parte con volta a botte e una seconda con volta a crociera, illuminate dalla grande apertura della finestra termale. La stessa loggia, arricchita all’esterno da una importante finitura di bugnato rustico, con i tre fornici ripresi nell’andamento curvo dalle due estremità absidate, costituisce uno degli spazi palladiani più originali e studiati.

Ispirata alla monumentalità imperiale di Roma, Villa Pisani ben si adattava a rappresentare l’insediamento dei nuovi ‘feudatari’ e l’affermazione del potere di Venezia sulla terraferma, codificando un modello di abitazione tanto importante e rappresentativa quanto comoda, vivibile e utile al controllo dell’attività agricola che la circondava, tanto che la sua collocazione nel territorio era considerata dall’architetto parte fondamentale della progettazione.

La posizione della Villa sul fiume la collegava facilmente a Venezia per i trasporti sia delle persone che dei materiali e dei raccolti, facendone un luogo particolarmente comodo alla famiglia Pisani per l’utilizzo estivo e lavorativo che ne veniva fatto.

Interessanti le parti affrescate attribuite a Francesco Torbido allievo di Giulio Romano e unico nel suo genere il cucinone, mai presente al piano nobile di questo genere di ville, ma qui trasferito nel ‘700 a causa del tracimare delle acque del Guà.

La Villa è oggi in perfetto stato di conservazione grazie all’opera dei proprietari precedenti ed attuali, ed è visitabile tutto l’anno su prenotazione.