IL VENERDI’ DI “MAGIE AL BORGO” A COSTA DI MEZZATE. INTERVISTA A LORENZO BARONCHELLI.

Grande affluenza di pubblico per la prima giornata del Festival di arte di strada “Magie al Borgo” di Costa Di Mezzate, piccolo comune della provincia di Bergamo, che ogni anno ospita compagnie e artisti di provenienza internazionale per un week end ricco di spettacoli all’aperto, nelle vie e nelle piazze di questo splendido antico Borgo.

Quest’anno il Festival si svolge dal 25 al 27 aprile 2014 e, almeno la giornata di venerdì 25 è stata baciata dalla fortuna: una bella giornata di sole ad accogliere le migliaia di visitatori che hanno invaso gli spazi del Borgo.

Dieci le compagnie di artisti selezionate a riempire i dieci spazi aperti individuati che, per la sola giornata di venerdì, si esibiscono “ a cappello”, cioè ad offerta libera, ma la cosa non faccia pensare ad una scarsa professionalità artistica o a un “riempiticcio” di scarso valore. Al contrario abbiamo assistito ad esibizioni ingegnose e di alto livello, tra le quali vale la pena di citare Fausto Barile con il suo “Gran Teatro Dentro”, costruito e agito nella sua pancia aperta per l’occasione al pubblico e Marta Pistocchi che, con il suo magico violino, crea un’atmosfera da vecchio cabaret, interpretando anche orchestra, corpo di ballo e soubrettes.

INTERVISTA A LORENZO BARONCHELLI, DIRETTORE ARTISTICO DEL FESTIVAL

Qual è stato il criterio di selezione degli artisti di questa prima giornata del Festival?

Diversamente da altri Festival e in rispetto degli stessi artisti ne abbiamo selezionato solo dieci, privilegiando oltre il valore artistico anche la provenienza lombarda. Ci sono Festival che non fanno selezione e aprono a tutte le proposte sul versante artistico, mentre regolano l’accesso al Festival attraverso un biglietto d’ingresso. Noi invece, nella salvaguardia degli artisti da un lato, nella tutela di un ambiente pubblico che tale deve rimanere, nella promozione di un atteggiamento cordiale e positivo e fattivo sul piano economico degli spettatori, abbiamo preferito questa linea, perchè si sa che se la selezione nella qualità non viene garantita il livello si abbassa e se non si limita la quantità non vi è da parte degli artisti un reale ritorno economico.

Quale invece la selezione operata per le Compagnie delle altre due giornate del Festival?

Spesso quando si organizzano Festival di questo tipo, si creano collegamenti con i circuiti di spettacoli nazionali ed internazionali e dalle commissioni artistiche dei concorsi che premiano gli spettacoli migliori, viene chiesto agli organizzatori del Festival di partecipare o con il sostegno o con la coproduzione di alcuni di questi progetti. Noi abbiamo in cartellone quattro spettacoli vincitori di concorso.

A prescindere da queste quattro presenze in cartellone irrinunciabili, per il resto la responsabilità artistica della scelta è mia. Cerco di visionare il più possibile il materiale attraverso i video e quando si tratta di debutto nazionale e il materiale non è ancora pronto conosco già l’artista e il suo stile attraverso i suoi precedenti lavori, poi cerco di diversificare l’offerta in modo che rispecchi la pluralità dei linguaggi e stiamo andando verso la proposta di un teatro più di ricerca da riuscire a proporre anche in spazi aperti, cosa non facile.

Quanto tempo ti occupa l’organizzazione di un evento variegato e ricco come questo Festival?

Moltissimo. Possiamo dire che comincio i mesi di settembre/ ottobre precedenti, lavoro che si intensifica sempre più a cominciare dal mese di gennaio, ma certo tutto questo non sarebbe realizzabile se non ci fosse la collaborazione di tutte le associazioni culturali del territorio e il prezioso lavoro dei volontari, sparpagliati nei diversi luoghi, a sostegno tecnico e logistico delle Compagnie e dei visitatori, anche perchè il budget economico è estremamente limitato per un Festival di questa portata e i 12.000 euro che il comune ci offre basta solo a coprire le spese di una piccola parte delle Compagnie del Festival: quelle più importanti. Quest’anno abbiamo potuto contare anche sugli 8.000 euro di una Fondazione.

IL FESTIVAL DI COSTA DI MEZZATE CONTINUA

Anche la giornata di sabato, premiata dal sole, ha visto grande affluenza di pubblico, al punto che le strette vie del borgo di Costa di Mezzate ha dirottato i visitatori in modo naturale verso gli spettacoli meno affollati.

Siamo riusciti a vederne quattro, tra i tanti proposti dalla Rassegna, alcuni dei quali non ci hanno completamente convinto: “Cuore matto” di Alessandro De Luca, “Il mercante di monologhi” di Matthias Martelli, “Trash e Curry” di Jasgawronsky Brothers e “Giullari senza frontiere”.

I Jangawronsky Brothers sono stati la punta di diamante di questa giornata: musicisti navigati e veri “animali da palcoscenico”, ottimi cantanti e ottimi interpreti, ricchi di grinta e di soluzioni originali sia sul versante musicale che su quello costruttivo. Non vogliamo rovinare la sorpresa a quanti avranno la possibilità di vederli e quindi non sveleremo i loro segreti. Possiamo solo parlare della loro imprevedibile musica fatta con oggetti di recupero, per l’occasione amplificati e arricchiti di congegni. Grande successo meritato di pubblico. Da non perdere.

Molto meno riuscita l’esibizione di Matthias Martelli, il cui titolo ambizioso “ Il Mercante di monologhi”, faceva presagire una bravura attoriale e un interesse di testo che non ci sono stati.

Il solista, che ha dimostrato di avere esperienza nell’arte dell’improvvisazione con il pubblico e disinvoltura nell’utilizzo del palcoscenico, non è stato però supportato dall’originalità dei testi e dall’interesse per i loro contenuti, ricalcando strade già percorse, né ha dimostrato padronanza tecnica attoriale nella cura della costruzione dei personaggi.

“Giullari senza frontiere”, ensemble di artisti disponibili nell’interazione tra loro e al servizio di comunità problematiche quali prigioni, campi profughi, zone terremotate ed ospedali, sono parsi più convincenti in alcune prove soliste, piuttosto che nell’insieme, alternando momenti “magici” di grande abilità tecnica ad altri ancora in costruzione. E’ sostanzialmente mancato un filo conduttore motivante di spettacolo, nonostante la complessiva gradevolezza dell’esibizione.

“ Cuore matto” non ha avuto particolari punte di originalità, ma nel complesso il merito di assemblare diversi linguaggi, nel desiderio di comunicare emozioni. L’interprete Alessando de Luca ha iniziato un percorso interessante suscettibile di maggiori approfondimenti.

Concludendo ci è parso che questo Festival, visto dalla nostra parziale angolazione, sia in ordine alle impressioni personali che alle cose viste, sia molto solido sul versante tecnico ( come le abilità circensi: dalla giocolerie all’acrobatica ecc.) , sul versante musicale ( competenza con l’utilizzo di strumenti) e sul versante d’improvvisazione con il pubblico, meno invece sulla competenza strettamente attoriale, quella più rivolta ad un percorso interiore nella costruzione di un personaggio o nel dialogo con se stessi. La cosa non sorprende se si pensa che da tradizione il teatro di strada è chiamato in primis a rispondere alle sollecitazioni esterne più che a svolgere percorsi di approfondimento personale.

Emanuela Dal Pozzo