IL RITRATTO: WORKSHOP DI JOE OPPEDISANO

Vale la pena di soffermarsi sull’apporto di Joe Oppedisano anche in chiave educativo didattica, perchè lo sguardo rivolto alle nuove generazioni, nel desiderio di comunicare la propria esperienza e di veicolare contenuti e tecniche, sono fondamentali tanto nella delineazione di un percorso artistico capace di diventare patrimonio collettivo, quanto nella formazione di “ giovani artisti” capaci nel tempo di proseguirne la ricerca.

Joe Oppedisano, attualmente impegnato all’ISIA di Urbino, con un corso di fotografia all’interno del biennio di specializzazione e non nuovo a questo tipo di esperienza, già precedentemente svolta all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ha recentemente svolto un interessante Workshop sul tema dell’autoritratto a Mantova dal titolo “Workshop Self Portrait” e che si è tenuto al Centro Santa Agnese 10, dal 16 febbraio 2013 al 16 marzo 2013.

La pregnanza e l’interesse del corso attuato sono strettamenti legati al significato profondo ed interiore con il quale il docente Joe Oppedisano lo ha introdotto: la necessità di un’indagine interiore, individuale e personale, capace di scavare nel proprio io per offrire le tante “vere” realtà di ciascuno di noi.

Dice Oppedisano : “ Affrontare da un punto di vista fotografico l’autoritratto, rimanda alla capacità di potere esprimere qualcosa di significativo di sé attraverso la fotografia, una sorta di esplorazione della propra identità, di come essa viene percepita dal soggetto stesso o di come si vuole venga percepita dagli altri:”

Ecco che quindi , prima di diventare capacità tecnica, la fotografia diventa soprattutto processo creativo che scaturisce dalla interrelazione dinamica di tre ruoli: io come autore, soggetto e spettatore.

Altra questione importante che il docente premette è legato al concetto di “verità”: una verità interiore che non necessariamente corrisponde a quella oggettuale. La fotografia diventa una sorta di “falso” che comunica una verità: l’illusione fotografica rivela una conoscenza più profonda di sé, “narra qualcosa di sé, qualcosa di non terminato, di indefinito, di evocativo”.

Questo approccio alla fotografia in chiave artistico/ filosofica apre innumerevoli strade e la suggestione che ne deriva è chiarita più che da ogni altra approfondita trattazione, dalle immagini che seguono, scattate dagli allievi del corso, all’interno di questa entusiasmante esperienza: